A Palazzo Chigi Mario Draghi ha ascoltato attentamente le parole con le quali la capogruppo del Movimento 5 stelle Mariolina Castellone ha cesellato il suo discorso al Senato. Il premier era consapevole che quelle parole non erano farina del sacco dell’esponente pentastellata, ma il frutto di un lavoro di cesello fatto con la leadership del Movimento, Giuseppe Conte in testa. E quel discorso non è stato un semplice porre dei distinguo sul decreto Aiuti, sul termovalorizzatore di Roma, sulle norme mancanti sul superbonus, ma una vera e propria sconfessione dell’intera linea politica del governo, in particolare sul versante economico.

“Non ci sono più le condizioni”, ha spiegato ai suoi più stretti collaboratori. Non solo il Movimento 5 stelle non ha votato la fiducia all’esecutivo, non solo gli esponenti M5s di governo eletti a Palazzo Madama (Stefano Patuanelli, Alessandra Todde e Rossella Accoto) non hanno dato disco verde allo stesso esecutivo di cui fanno parte trincerandosi dietro il tecnicismo di risultare assenti per missione, ma uno dei principali partiti su cui è stata costruita l’unità nazionale lo ha di fatto sfiduciato con un discorso durissimo. Continua sull’Huffington Post