Perché la scorta a Paolo Borrometi? E’ questo l’interrogativo che alcuni deputati dell’Ars, con una lettera, hanno rivolto alla commissione Antimafia guidata da Claudio Fava. Quattro deputati (Pippo Gennuso, Luigi Genovese, Gaetano Galvagno e Tony Rizzotto), partendo dalla vicenda dell’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, che presenta “allarmanti similitudini con quella che riguarda il giornalista Paolo Borrometi”, hanno sollevato dei dubbi rispetto ai tre episodi che hanno portato all’assegnazione della scorta a Borrometi. Il primo, come rivelato dal sito Meridionews, è quello dell’aggressione subita a Modica, il secondo è l’incendio avvenuto nella sua abitazione, il terzo il presunto piano di attentato con un’autobomba. L’Antimafia ha protocollato la lettera e ha deciso di inoltrarla alle Procure di Siracusa, Ragusa e Catania, chiedendo di verificare se ci siano procedimenti o incartamenti legati alla situazione del giornalista. Sulla base delle risposte delle Procure – spiega il quotidiano online – la commissione valuterà se esistono i margini per un eventuale approfondimento. Al documento, inizialmente, avevano aderito anche i forzisti Michele Mancuso, Alfio Papale e Riccardo Savona, che poi hanno chiesto di rimuovere la firma: “Sono fiero e per me è un vanto l’aver sempre perseguito la strada della legalità, l’unica che conosco – ha scritto Mancuso in una nota – Mai mi permetterei, neanche solo con l’immaginazione, di giudicare la necessità o meno di rimuovere la scorta a una persona, specie se impegnata in trincea nella lotta alla criminalità organizzata. Semmai erroneamente – conclude il parlamentare – è stata apposta una firma, il sottoscritto e i due deputati del mio gruppo coinvolti abbiamo già provveduto al ritiro attraverso mail indirizzata alla Commissione Antimafia”.