La definizione di Giorgio Covid con cui stamane il direttore de “Il Fatto Quotidiano”, Marco Travaglio, ha apostrofato il sindaco di Bergamo, non è andata giù a Davide Faraone, capogruppo al Senato di Italia Viva. Che su Facebook non le ha mandate a dire al giornalista: “Come un orologio svizzero si è presentato puntualissimo Marco Travaglio. Ha trovato il suo nuovo nemico. “Giorgio Covid” lo ha chiamato oggi, inaugurando la sua nuova campagna di fango ad personam. Nel mirino, questa volta, il sindaco di Bergamo. Giorgio Gori. E perché? Lo scrive subito il direttore del Fatto: “Si è messo in testa di far fuori Zinga”. E quindi giù duro. Nel suo puzzolente editoriale – continua Faraone – il tipico cliché del metodo Travaglio: un mix di insulti, manganellate e i soliti chiodi fissi. Un repertorio sempre uguale in cui c’è Berlusconi, Renzi, Craxi, Forza Italia, Italia Morta, Fininvest e via discorrendo. Travaglio ha così aperto le danze per screditare Gori e solo perché ha osato dire quello che pensa. Sul Pd, sui Cinque Stelle, su una politica riformista che stenta ad affermarsi… Giorgio Gori – conclude il senatore palermitano – è un mio grande amico, una gran persona perbene, un eccellente sindaco, uno che ci mette testa e cuore. Uno che fa politica solo perché sente il dovere di occuparsi del bene comune, della sua comunità. Perché Giorgio è un grande professionista. Merce rara oggi tra i politici “eletti” di Travaglio. Quelli senza arte né parte”.