Qualcosa non funziona nei rapporti fra il sindaco Italia e l’assessore Granata. La politica, si sa, è il luogo dei grandi contrasti e delle subitanee riappacificazioni, dei “mai più” e “per sempre” nell’arco di 48 ore, ma oggi è palese e pubblica la divergenza di vedute fra il primo cittadino e l’ex parlamentare. Il riferimento è alla vexata quaestio del “prestito” del Caravaggio al Mart di Rovereto che si trascina da mesi in città con tuoni e fulmini, scambi di contumelie, tregue momentanee, scaramucce, battaglie in punta di diritto e veleni in punta di penna.

Ma non è la “querelle” sul “Seppellimento di Santa Lucia” l’oggetto di questo pezzo, bensì la questione politica interna alla giunta che la vicenda ha evidenziato. Perché, praticamente dall’inizio della polemica, al Vermexio sono emerse con chiarezza due “linee”: quella del Sindaco, sostanzialmente contrario al prestito, e quella di Granata, sostanzialmente favorevole. Una distanza che, al di là delle dichiarazioni accomodanti (quanto sporadiche), non s’è mai attenuata, passando per dei momenti “topici” in cui è stata nettamente percepibile.

Ad esempio in occasione della famosa conferenza stampa del Maniace (molto conferenza e poco stampa) Granata ha avallato tutta la procedura con la sua presenza e il suo intervento. Il sindaco quel giorno è stato fragorosamente (e non casualmente) assente mentre nel suo inner circle non faceva mistero della sua contrarietà all’operazione e, infatti, i fedelissimi di Italia non si risparmiavano, e sono tutt’ora in prima linea sui social, nella battaglia per il “No” al prestito.

La diversità di posizione, con la implicita sconfessione dell’assessore, s’è avuta dopo la riunione in prefettura quando il Sindaco ha messo nero su bianco e diffuso urbi et orbi di aver “rappresentato le motivazioni per cui l’amministrazione comunale è contraria alla partenza del quadro”. Italia ha quindi posizionato nella sede istituzionale del palazzo del Governo, la Giunta – tutta la Giunta – nettamente contro il prestito. Peraltro l’occasione ha fornito al sindaco l’opportunità di un momento di quasi concordia con l’ex consiglio comunale quando afferma: “ Ho espresso la mia contrarietà e ho anche ricevuto una nota da 20 ex consiglieri comunali che si sono espressi contro tale trasferimento”. Il sindaco ha quindi schierato se stesso alla guida delle “truppe decadute” nel tenere il punto e la bandiera.

Cosa accadrà adesso in seno alla Giunta comunale? Probabilmente niente. Si andrà solo ad aggiungere un elemento di frizione in un rapporto complicato che sul tema, centrale per la città, della cultura, dei beni culturali, dello sviluppo legato al turismo culturale, ha visto spesso il sindaco “in sofferenza”, rispetto all’esuberante e politicamente più esperto Fabio Granata. E’ noto che Italia ha poco apprezzato i “casi” legati a Sicilia Musei, prima la storia grottesca del Caravaggio di “Cleveland” e poi i sequestri delle sculture di “Ciclopica”. Ma in quelle due occasioni il sindaco non ha ritenuto di “scomunicare” pubblicamente il suo assessore alla cultura. Questa volta invece l’ha fatto.

(tratto da Strummerleaks, il blog di Toi Bianca)