“In merito all’intervista rilasciata oggi da Massimo Giletti sul Corriere della Sera, smentisco ogni affermazione riportata”. Lo ha detto Alessandra Moretti, tirata in ballo dal giornalista per una precedente relazione fra i due. “Non tollero – aggiunge l’eurodeputata Pd – intromissioni nella mia vita privata e deploro il fatto che i miei figli, che hanno sempre avuto una madre e un padre presenti, vengano coinvolti e citati in simili contesti giornalistici”. “Mi riservo di tutelare nelle sedi opportune me e la mia famiglia”, conclude l’eurodeputata Pd. Moretti è poi tornata sulla questione con una lettera pubblicata sull’edizione online del quotidiano di Via Solferino: “Esistono molti modi di fare violenza a una donna – scrive -. Lo sappiamo tutte perchè tutte ci siamo passate. Non c’è soltanto la violenza più evidente, quella fisica che deve portare le donne a denunciare al primo schiaffo senza alcun cedimento; ci sono violenze spesso più subdole, manipolatorie. Quelle che sanno di gogna, che tentano di screditare o infangare il nome di una donna, tanto per cominciare facendo il suo nome, esponendolo in pubblico, tentando di isolare quel nome con le bugie, mettendo in piazza le sue vicende personali”, osserva.

“Puntare il dito contro una donna per accendere un faro su di lei, sulla sua vita privata e famigliare, senza alcun rispetto dei sentimenti e delle sensibilità delle persone coinvolte, come ha fatto Massimo Giletti con la sottoscritta, è una forma di violenza intollerabile”, incalza l’esponente Pd. “I miei figli – argomenta – hanno sempre avuto un padre e una madre che si sono occupati di loro insieme, non certo un di più perchè ci sono tante mamme o tanti papà che fanno tutto da soli, ma è deplorevole togliere una figura paterna sulle colonne di un giornale a dei bambini, è una cosa inaccettabile”. “Denuncerò – conferma Moretti – come faccio ogni volta che ho subito insulti e violenze, ma in questo caso lo faccio per tutelare i miei figli che non possono essere sbattuti sul giornale invadendo la loro sfera privata”