Tremate, tremate: Musumeci si è svegliato. E si è svegliato con la scimitarra in mano per mozzare la testa del giovane Nicola Calderone, fino a ieri presidente dell’Esa, l’ente siciliano di sviluppo agricolo al quale l’implacabile Governatore della Sicilia ha promesso morte subitanea. L’Esa, secondo il perentorio auspicio del bullo che affianca Musumeci a Palazzo d’Orleans, dovrà essere sciolto. Uomini e mezzi passeranno in blocco nei ranghi dell’assessorato per l’Agricoltura; mentre i soliti furbetti del quartierino, esperti in affari con la Regione, già si preparano al colpo grosso. A loro non interessano i borghi rurali. A loro interessa l’unica perla ancora intestata al patrimonio dell’ente: ed è quel maestoso palazzo, ricoperto d’edera, che si affaccia su via Libertà, nel centro di Palermo. Quando sarà messo in vendita per essere svenduto? Ah, saperlo.