Quel deltaplano delle canzoni (e delle emozioni) su cui è salito a bordo cinque anni fa, non si è ancora arrestato. Il suo fascino è mirabile e senza tempo, spinto da critica e incassi. Oggi Beppe Fiorello torna in Sicilia con la forza inarrestabile del deja-vù, che accompagna solo i grandi, quelli che sai per certo non falliranno. Il 30 ottobre al teatro Metropolitan di Catania, l’1 novembre al Golden di Palermo andrà in scena “Penso che un sogno così…”, l’opera teatrale del 2013 (fece il record d’incassi praticamente ovunque) che ricalca la vita e le note di Domenico Modugno, uno degli artisti più incredibili che la musica italiana ricordi.

Beppe Fiorello e Vittorio Moroni si ritroveranno insieme, sul palco, per dar vita e voce al cantautore pugliese: “Con le sue canzoni – ha sempre ribadito il fratello dello showman Rosario – sorvolo la mia infanzia, la Sicilia e l’Italia di quegli anni, le facce, le persone, vicende buffe, altre dolorose, altre nostalgiche e altre ancora che potranno sembrare incredibili. Attraverso questo viaggio invito i protagonisti della mia vita ad uscire dalla memoria e accompagnarmi sul palco, per partecipare insieme ad un avventuroso gioco di specchi”.

Al centro della narrazione di Fiorello c’è il papà Nicola, che di Modugno fu un incallito sostenitore. E che a Modugno somigliava in modo incredibile, parola del figlio: “Con le sue canzoni mi ha cresciuto. Ricordo soprattutto che d’estate ci portava tutti al mare in macchina e siccome non c’era la radio lui cantava. E cantava Modugno. Così quando mi scelsero per interpretarlo in Tv sono rimasto colpito ed all’inizio ho avuto paura di affrontare quell’opportunità immensa. Ma era già diventato la colonna sonora della mia vita” ha ricordato Beppe a più riprese. Che per la tv ha interpretato la fiction “Volare” (2013) in cui lui stesso è il protagonista canterino. E a teatro, invece, rimane se stesso, affiancandosi alla storia e alle parole, a un tempo che non ha mai voluto dimenticare. Anzi, i ricordi sprigionano un’energia devastante. E vincente.

Così rimane una rappresentazione attuale, che torna a far parlare di sé nonostante siano trascorsi 5 anni dal debutto. Beppe, personaggio multiforme, fratello d’arte, attore di spessore, voce libera (di recente ha messo nel mirino la Rai per aver apposto una censura preventiva al suo ultimo lavoro), prosegue il suo viaggio sulla cresta dell’onda. Non segue la moda, è moda egli stesso. Come Modugno d’altronde. “Era così forte, sfrontato, sicuro di sé. Io e mio padre ci sedevamo sul divano e rimanevamo incantati a guardarlo. Mi voltavo verso di lui e la somiglianza era impressionante. Sembravano due fratelli”.

Catanese di nascita, Beppe Fiorello ha dedicato alla Sicilia parecchi lavori: l’ultimo, in ordine di tempo, è andato in onda su Rai 1 poco più di un anno e mezzo fa. Nella miniserie “I fantasmi di Portopalo” racconta di un naufragio avvenuto la notte di Natale del 1996, quando un’imbarcazione in legno affonda nel Mediterraneo, portando via con sé quasi 300 persone che tentavano un approdo disperato a una nuova vita. Adesso, però, è il momento di Modugno. La colonna sonora della sua vita.