Non c’è leggina scritta dal bullo che non venga puntualmente bocciata dal governo di Roma. Non c’è collegato, tra quelli inventati con i magheggi del bilancio, che resista al vaglio parlamentare e che assicuri alla Regione una vita ordinaria di spesa. Non c’è scandalo, a cominciare dai cento e passa milioni pagati a un avventuriero per un censimento mai visto, che non chiami in causa lui, sempre lui: il bullo. Ma Nello Musumeci, governatore che non governa, ancora non decide di mollarlo. Sa che il bullo – con la rete delle sue inefficienze, delle sue amicizie e delle sue inimicizie – paralizza da oltre un anno la Regione. Ma al presidente questo dettaglio non interessa. Al governatore dell’onestà-tà-tà interessa che il bullo trovi le coperture per le operazioni più spericolate: come quella che rimette i ricchi appalti della Sanità nelle mani della Lombardia.