Le dimissioni di Tony Customati e Leonardo Piampiano sono il punto di non ritorno del settimo mandato da sindaco di Leoluca Orlando. Arrivano al termine di lunghi mesi di tensione fra i partiti della sua coalizione. A rompere gli indugi – schierandosi – questa volta è stato proprio il professore: “Il sindaco ha chiesto agli assessori di disconoscere la posizione di Italia Viva e loro naturalmente hanno detto di no – ha spiegato Davide Faraone, capogruppo al Senato di Italia Viva, su Repubblica -. Non sono camerieri e non vivono per le poltrone. La nostra era una proposta costruttiva che guardava al bene della città: invece il sindaco ha deciso ancora una volta di far prevalere le ideologie”. Orlando ha spiegato la rottura col tentativo di Italia Viva di coinvolgere la Lega al governo della città: “Mai proposto, una bugia – replica Faraone -: abbiamo proposto il governo dei migliori, non dei fedeli, sul modello del governo Draghi, che aiutasse Palermo a uscire dalle sabbie mobili. Questo esecutivo ha dimostrato di non essere in grado di dare risposte. Saremo ancora noi oggi (ieri, ndr) a incontrare Draghi e a chiedergli di azzerare la Tari per tutte le imprese: come si può pensare di aumentarla come ha proposto il sindaco? Che fra l’altro con me si era impegnato a non farlo”.