C’entra forse il Gattopardo nella storia di Bellolampo. Tutti sapevano che sarebbe finita male, ma nessuno si è sognato di protestare, tanto meno di intervenire, finché la bolla non è scoppiata. L’accostamento letterario è di Vincenzo Figuccia, deputato regionale dell’Udc, ex (per pochissime settimane) assessore all’Energia, cioè ai Rifiuti, della Regione siciliana. Si dimise per una polemica sugli stipendi d’oro ai dirigenti.

Figuccia è fissato con i termovalorizzatori e non perde occasione di ripeterlo. E contesta al sindaco di Palermo un immobilismo storico: “Era il 2016 quando Orlando, seduto sempre lì dove si trova adesso, litigava con l’allora presidente Crocetta sulla gestione di Bellolampo. A distanza di qualche anno credo sia legittimo domandarsi cosa sia stato fatto in questi anni, quali azioni siano state poste in essere per migliorare la qualità della gestione del sistema integrato dei rifiuti, quali iniziative di carattere legislativo e amministrativo siano state avviate per scongiurare questo disastro annunciato. Poco o nulla”.

“Musumeci ha su di sé tutto il peso della negligenza politica che si è avvicendata e certamente non ha bacchette magiche – prosegue il deputato, ispiratore di un movimento denominato “Cambiamo la Sicilia” – La tragicomica questione dei rifiuti sembra non conoscere lieto fine: una differenziata mai partita in modo serio, integrato e sistemico. Percentuali bassissime. Le discariche private con i loro interessi permangono e si continua ad abbancare senza cercare soluzioni altre. La verità è cruda: è “un sistema clientelare di fatto non modificabile”, come lo definisce Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. L’ho detto e continuo a ribadire la necessità che si avviino le procedure per la termovalorizzazione senza sé e senza ma. Basta con l’enigmaticità del “tutto cambia perché nulla cambi. Ecco – conclude Figuccia – l’immobilismo gattopardiano nel quale io per primo mi sono dovuto imbattere e scontrare per contrastare interessi che ci vogliono su una ruota come piccoli criceti in gabbia, convinti di correre e di progredire verso un futuro migliore”.