I fronti aperti non si contano più. E ciò che resta di chiuso è una discarica, quella di Bellolampo che, stando alle parole del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ha sempre risolto le criticità di decine di comuni siciliani “per sottrarli all’emergenza”. E adesso, invece, resta inguaiata in un rimpallo di responsabilità fra Comune e Regione che non fa bene a nessuno. Con la sesta vasca satura, e in attesa di procedere all’autorizzazione per il completamento di alcuni lavori che permettano di abbancarvi ulteriore “monnezza”, la discarica chiude le porte. E i rifiuti, in questo frattempo, potrebbero finire per strada.

A meno che la Regione, con in testa il governatore Musumeci, non conceda un’ulteriore deroga per il conferimento, o il sindaco di Palermo non emetta un’ordinanza che provveda allo stesso scopo. Perché nessuno prenda l’iniziativa e scarichi la responsabilità sull’altro non è dato sapersi. Tra i fronti aperti da Musumeci in queste ore c’è anche quello col ministro per lo Sviluppo Economico Luigi Di Maio, che a precisa domanda di un cronista de “La Sicilia”, ha negato al governatore ulteriori poteri speciali (quelli attuali, ad esempio, non riguarderebbero la sesta vasca di Bellolampo, bensì la settima, ancora in costruzione) per la gestione dell’emergenza.

Musumeci, abbandonando il rituale low profile, ha risposto per le rime: “Voglio rassicurare il ministro Di Maio: non solo non ho alcuna intenzione di chiedere il rinnovo dei cosiddetti poteri speciali per i rifiuti, ma penso addirittura di restituirli prima della scadenza. L’ho già anticipato al ministro dell’Ambiente spiegandone anche i motivi: in sette mesi, infatti, nei sei impianti oggetto dell’ordinanza di Protezione civile abbiamo realizzato tutto quello che andava fatto in termini istruttori”. Ma alla polemica, che sarebbe difficile sostenere dato che l’interlocutore è il governo centrale, segue un invito: “Ora la strada è in discesa. Spero, invece, di far trovare al ministro Di Maio, fra un anno, una Sicilia finalmente fuori dall’emergenza rifiuti”. E Bellolampo, nel frattempo?