Esaurita la festa (da un lato) e smaltita l’amarezza (dall’altro), è arrivato un segnale di distensione. Quello di Gianfranco Micciché nei confronti di Saverio Romano, il leader del Cantiere Popolare che ha trovato spazio in Forza Italia per queste elezioni Europee. Ma i battibecchi sono stati frequenti, fin quando Milazzo, a pochi giorni dal voto, ha affermato che Romano “a me e Gianfranco ci vuole morti”. Ora, però, è il momento della conciliazione. E Micciché ci ha provato a mettere pace, da buon coordinatore di un partito che ha bisogno di tutti, specie nella prospettiva di poter creare – insieme ai centristi e a Musumeci – un nuovo polo moderato: “Senza l’apporto di Saverio Romano non sarebbe stato possibile raggiungere il 17% in Sicilia. L’obiettivo, pienamente centrato, era rappresentare un modello di polo moderato e il successo elettorale di Forza Italia è da ascrivere al successo di questo modello. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’apporto dell’UDC, di Sicilia Futura, di Saverio Romano e Cateno De Luca, dei Popolari e Autonomisti e di tutte le altre forze che hanno aderito a questo progetto” ha rimarcato Micciché. Onore al merito, dunque. “Adesso – ha aggiunto il presidente dell’Ars – è giunto il momento di sedersi attorno ad un tavolo e dare corpo a questo nuovo polo moderato, andando anche al di là delle forze politiche che componevano la lista di FI. Così come auspicato oggi stesso dal presidente Musumeci è necessario strutturare un soggetto moderato che sia interprete delle istanze territoriali, liberali, europeiste e che stia a sinistra di Salvini e non alla sua destra”.