La dichiarazione d’intenti di Micciché, che all’indomani dell’affermazione di Milazzo ha teso la mano a Romano, l’ospite sconfitto e non molto gradito, non ha ancora ricevuto la benedizione dell’ex ministro all’Agricoltura. Che però, nel corso di una conferenza stampa convocata in mattinata a Palermo, aveva segnato una nuova linea di demarcazione rispetto all’operato di Micciché in campagna elettorale: “Ha condotto una battaglia personale piuttosto che incoraggiare un gioco di squadra e ha schierato tutto e il contrario di tutto contro di me con promesse di ogni genere: non credo ci sia nulla da festeggiare politicamente da parte sua”. Romano non ha potuto fare a meno di sottolineare la presenza di fuoco amico: “Senza di noi il 17% di Forza Italia non ci sarebbe stato. Berlusconi lo sa bene e condivide il progetto politico nato dal patto di Cefalù e condiviso da Miccichè”. Però, “spiace constatare di avere subito una vera e propria crociata di partito”. Romano ha aggiunto una postilla anche sul governo regionale, dopo l’idea paventata dal presidente Musumeci di concedere spazio a Lega e Fratelli d’Italia: “Noi sosteniamo l’azione del governo Musumeci senza se e senza ma – ha aggiunto Romano – Non penso possa accadere quanto successo con Crocetta perché Musumeci è una persona seria”.