Francesco, i suoi piatti sanno di Giappone

Sicilia chiama Giappone. Un accostamento sui generis quello dello chef palermitano Francesco Piparo, 34 anni, fratello di Salvo, il cuntastorie, ingegnere mancato, appassionato alla cucina sin da ragazzino, oggi a capo dei fornelli del ristorante palermitano Sicilò Tutti Crudi. Quattro anni fa Francesco ha messo assieme il meglio della tradizione giapponese con i prodotti della dieta mediterranea. E cosa n’è venuto fuori? Una proposta originale, gustosa, salutare, fatta di pesce, verdure e cereali. Un accostamento dove il pesce crudo incontra gli oli essenziali, le erbe aromatiche, gli agrumi e l’olio d’oliva rispettando sempre la stagionalità del prodotto. A fare da padrone è la cucina al vapore, evitando i soffritti o l’uso dell’aglio, propri della nostra cucina che Francesco definisce “barocca”, l’uso di cereali alternativi, soia, wasabi e spezie orientali. Una delle sue nuove ricette è “Acqua pazza”, un piatto realizzato con acqua di mare ispessita con gelatina, pesce crudo povero come scorfani, gambero rosso e tracini, aromatizzato da erbe e spezie di diversa provenienza.

La contaminazione sui generis curata da Francesco non nasce dall’accostamento dei prodotti ma da una ricerca delle radici comuni tra Sicilia e Giappone, in cucina. Cosa accomuna questi due mondi apparentemente lontani e diversi? L’insularità. La cucina siciliana, come quella nipponica, è fortemente condizionata dal rapporto con il mare. Il pesce e i frutti di mare sono elementi fondamentali del maggior numero di ricette, e l’abitudine di consumare il pesce crudo non è tipica solo del Giappone. In Sicilia, infatti, cibi tradizionali sono il cuore di tonno sotto sale, i mitili, da gustare appena estratti dall’acqua, conditi con una sola spruzzata di limone, e ancora le alici marinate. Da Siciliò Tutti Crudi, il ristorante in cui Francesco è lo chef, ad essere serviti sono ostriche, gamberoni, tartare e pietanze cotte al vapore o nel wok per chi non ama il crudo. Un’altra scoperta che unisce la Sicilia al Giappone in cucina, e non si lega al mare, è l’agrodolce. In Sicilia usiamo le salse negli ortaggi, in Giappone servono ad accompagnare il sushi. Grande attenzione è data al sale, che in una dieta salutare occorre limitare. Scoprendo che in Giappone per dare sapidità vengono utilizzati la salsa di soia e il sesamo tostato, Francesco, in alternativa, in chiave mediterranea scopre la salicornia. Una pianta erbacea che cresce in riva al mare e ai canali.

Una cucina semplice e salutare la sua, fuori dalle mode. Diversa da quella stellata, più ricercata. E chi di moda se ne intende, potrà dire certamente che la cucina di Francesco è una cucina sartoriale, cucita addosso al gusto del cliente. Nella sua carriera, Francesco ha curato la gestione di ristoranti ricchi di storia, come le terrazze del Charleston o Villa Igiea. La capacità comunicativa, lo scambio tra cuoco e clienti per lui è fondamentale. E nonostante la sua giovane età, la sua esperienza è già passata dal grande schermo grazie a La Prova del Cuoco, per ben tre anni, su Rai 1 con Antonella Clerici. Nella sua cucina non possono mancare l’olio extravergine di oliva e gli agrumi. Tra gli ingredienti prediletti ci sono anche la mollica, il pomodoro secco, le acciughe, l’uvetta e i pinoli.

Lilia Ricca :

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