Persino il Fatto Quotidiano, che non si può certo definire un giornale “nemico” dei grillini, ha messo nel mirino i rapporti fra il Movimento 5 Stelle e direttore di Rai Tre, Franco Di Mare. Che nonostante una sequela di imbarazzanti performance, resta gloriosamente attaccato alla sua poltrona di viale Mazzini. D’altronde, come lo definisce il collega Tommaso Rodano sul Fatto, “Franco Di Mare, come quasi tutti quelli che hanno fatto carriera nella tv di Stato, è un maestro delle traiettorie trasversali. Naviga di poppa e di bolina, a destra e a sinistra, coi rossi, con gli azzurri e pure coi gialli”. Prima di entrare nelle simpatie dei grillini, era convolato a nozze con Renzi. Nulla di strano. Ma ciò che sorprende è la paralisi che ha afflitto il M5s, un partito che avrebbe dovuto aprire le istituzioni come una scatoletta di tonno, e invece ha finito per santificare anche colui che – come ha rivelato un servizio (freschissimo) di Striscia la Notizia – non può certo dirsi un modello sotto il profilo etico e comportamentale.

L’ultimo sgarbo l’ha rifilato a Mauro Corona, il suo “amico di montagna”, cacciato da “Carta Bianca”, la trasmissione di Bianca Berlinguer, a seguito di un’offesa al genere femminile. Corona, che dopo essersi scusato per l’espressione infelice, ha ottenuto anche il perdono della giornalista, non è stato riammesso al programma. A causa del veto di Di Mare, che non l’avrebbe neppure chiamato per rivelargli i motivi di tanta testardaggine. Ma lo stesso direttore di Rai Tre, come rivelano alcuni frame scovati da Striscia, non ha mai lesinato comportamenti irrituali (e poco rispettosi) nei confronti delle donne. Arrivando a palpare il lato B di Sonia Grey e Irene Ferri, due avvenenti colleghe che l’hanno accompagnato alla conduzione del matinée di Rai 1, fino a essere definito un “polipo”.

Di Mare ha tentato di discolparsi (“L’ho fatto per gioco) evidenziando un commento della Grey che su Facebook lo scagionava. Ma l’ex showgirl ha rincarato la dose: “Non ho fatto alcun post a difesa di Di Mare. Ho solo lasciato un commento sulla sua pagina perché lui mi ha chiesto il favore di farlo. Sono stata strumentalizzata! Mi dissocio”. Ma un’altra stoccata al giornalista/conduttore dalla “doppia morale” è arrivata sempre da Rodano, che nel suo pezzo ricorda come Di Mare e il collega Attilio Romita, conduttore del Tg1, siano stati segnalati dall’Ordine dei giornalisti per aver utilizzato gli schemi, il mezzobusto e la sigla del telegiornale sul palco della Fater Spa, nel 2008, allo scopo di promuovere pannolini e detersivi. Fregandosene della deontologia. Nei peccati di gioventù – anche se in realtà, il direttore di Rai Tre era cresciutello anche all’epoca – rientra la “finta” intervista con un testimone per mafia, spacciata per vera nonostante l’utilizzo di un attore e di un copione.

E il Movimento 5 Stelle, pronto a mettere alla gogna per molto meno, che fa? Nulla. Troppo facile fare i fustigatori coi direttori degli altri…