Giorgia Meloni si è mossa egregiamente sul piano internazionale, ha accreditato l’Italia in Europa e negli Stati Uniti, ha difeso la democrazia in Ucraina, ha convinto i socialdemocratici tedeschi a seguirla sulla politica migratoria, ha centrato gli obiettivi del Pnrr, ma c’è ragione di credere che non abbia letto il famoso saggio sulla stupidità di Carlo M. Cipolla. Sarà forse per questa ragione che, dopo due anni circa di governo, la presidente del Consiglio si trova davanti a un guaio gigantesco che ipoteca il futuro e la possibile evoluzione di questo fenomeno politico a destra: è circondata da troppi imbecilli. Cipolla diceva che le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare, diceva questo spiritoso e coltissimo economista, i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore. La vicenda Scurati è l’ultimo e fosforescente esempio: se quel monologo fosse andato in onda in quella trasmissione dai non ragguardevoli ascolti non se ne sarebbe accorto nessuno. L’avrebbero potuto anzi mandare in loop, come sigla di apertura, come intermezzo danzante, al posto della réclame e infine anche, di nuovo, come sigla di chiusura, e ancora non se ne sarebbe accorto nessuno. E invece l’hanno censurato, pensando di fare cosa gradita alla presidente del Consiglio. Continua su Huffington Post