L’arte di Giovanni è un mondo magicamente invisibile che abbraccia le mille sfaccettature della creatività, dalla musica alle produzioni pittoriche e fotografiche, dall’idea di un teatro jazz che anima la vita della scena dei vari mondi sonori. Clarinettista, sassofonista, compositore, autore di testi poetici, produttore artistico, didatta, il viaggio di Giovanni Mattaliano inizia più di 30 anni fa a Palermo, la città che lui ama e in cui è nato, da cui hanno spiccato il volo le sue composizioni a metà tra il jazz e la musica etnica, oggi suonate in gran parte del mondo clarinettistico.

Suona da solista con diverse orchestre come la Sinfonica Siciliana, l’Orchestra di Sanremo, l’Orchestra di Musica Contemporanea di Palermo, Gli Armonici, l’Orchestra Filarmonica Franco Ferrara, l’Orchestra da Camera di Palermo e l’Orchestra del Conservatorio di Palermo, in prime assolute per clarinetto solista e orchestra a lui dedicate da Marco Betta, Marcello Biondolillo, Fabrizio Festa, Carlo Galante, Franco Mannino, Cesare Picco, Gaetano Randazzo ed altri ancora.

Artista poliedrico, viaggiatore incallito, Giovanni è sempre in movimento tra concerti, festival, produzioni di musica propria, spettacoli, e voglia di vivere, di scoprire il mondo nelle sue ricche potenzialità. Una persona che non smette di sognare, un uomo che crede profondamente nell’arte, considerandola la più grande verità d’amore al mondo.

Nel 2007 sale sul palco del Festival di Sanremo insieme a Tosca, con “Il terzo fuochista” che lo vede impegnato in tour fino al 2012, nel 2011 si esibisce con Sting sul palco del Castello a Mare di Palermo per la prima italiana del tour Symphonicity interpretando magistralmente “Englishman in New York”. Del 2008 è il suo primo disco con musica propria intitolato “Voci del dove”, nel 2012 esce “Soteira” e nel 2017 “Spirit”. Vanta collaborazioni con registi, produzioni di spettacoli tra teatro, musica e altre arti, all’estero e in Italia, sempre nel segno delle sue origini mediterranee, scie di mille culture. Del 2015 è il suo primo libro di poesie dedicate al suono, “ReMaRe”, promosso in diverse città siciliane sotto forma di musica e teatro.

Giovanni vanta collaborazioni con grandi artisti del jazz internazionale vissute in seno all’Orchestra jazz Siciliana, come Gunther Schuller, Natalie Cole, Giorgio Gaslini, Paolo Lepore, Charles Floyd, Clarke Terry, David Miller, Bill Russo, Paolo Fresu, Enzo Randisi e Billy Childes. Collabora in veste solistica come clarinettista e sassofonista con alcuni tra i più rappresentativi artisti della canzone italiana come Claudio Baglioni, Rossana Casale, Tosca, Aida Satta Flores e Peppe Servillo.

Quali novità per il nuovo anno? Raccontaci.

“Un periodo di studio con vari interessi, continua al momento ad orientarmi ancora nella composizione dei miei amati strumenti con ricerche sonore che toccano vari paesi, con tante collaborazioni internazionali di interpreti che vivono tra il Portogallo, l’Italia, la Gran Bretagna, la Spagna, il Giappone, le Filippine, le Americhe e la Cina. Tra la fine e inizio anno mi sono ritrovato in diverse commissioni internazionali di composizione clarinettistica che mi hanno dato la possibilità di conoscere la creatività odierna di tante scuole americane ed europee. Spero quest’anno di intraprendere una serie di viaggi interessanti alla scoperta di particolari suoni creativi”.

Come produttore artistico, quali iniziative concertistiche stai preparando?

“Sto lavorando all’inaugurazione del “Clarinet Sicily Festival 2019”, giunto quest’anno alla terza edizione. La nuova produzione che ho ideato si chiama “Opera Ethno Clarinet” e vede impegnati otto compositori clarinettisti, otto paesi della mia Sicilia e otto suoni distribuiti in forma ascendente, un evento speciale dedicato all’abbraccio tra i popoli, un’opera etnica a tutti gli effetti che avrà un sound unico ma diversificato dall’originalità di ogni compositore. È un omaggio ai miei prossimi cinquant’anni. L’iniziativa è stata già accolta dall’associazione internazionale dei festival clarinettistici che ha sede negli USA, considerandola molto originale, il che mi fa tanto piacere. Nelle prossime settimane diffonderemo il cartellone completo delle iniziative del festival che coinvolge musicisti provenienti da ogni parte della Sicilia e non solo”.

Parlando della Sicilia, la terra in cui sei nato, cosa suscita in te sapere di vivere in una terra che possiede così tanta arte?

“Ritengo sia stata una gran fortuna, che in tanti tendenti all’arte abbiamo toccato con mano. Vivere l’immenso colore della storia è di un fascino impagabile, i circa 350 paesi della Sicilia sono una miniera di idee e metamorfosi che si uniscono e si intrecciano alla infinita magia della grande Italia. Viviamo un gran periodo di esodo che a mio avviso è anche un po’ necessario per riconquistare la speranza perduta. Noi artisti rimaniamo fortunatamente sempre figli del mondo con una dimora fissa, la meravigliosa casa delle idee”.