Cecchinato in semifinale al Roland Garros e noi tutti eccitati perché un palermitano a Parigi (Gershwin mi perdoni!) quando mai si era visto? E dunque viva il Ceck, celebrato dai giornali e finanche dagli sporadici masticatori di tennis.

Dice Evviva pure il sindaco con un roboante tweet in cui, commentando la vittoria su Djokovic, azzarda un rischiosissimo “il modo migliore per celebrare Palermo capitale italiana della cultura sportiva”, una frase che equivale a un sorpasso in curva a 200 all’ora perché se ci pensate pochissime sono le grandi città – le metropoli, se vi piace di più – più distratte di Palermo verso la cultura sportiva, lo sport praticato e vissuto, una disattenzione imperdonabile che si traduce nella chiusura ormai decennale del Palasport, nello stadio delle Palme ridotto a un formaggio coi buchi, a un velodromo sedotto (dalle Universiadi) e precocemente abbandonato, al diamante per il baseball che ha fatto solo una fugace apparizione, a una piscina comunale aperta a giorni alterni e con una caldaia che fa le bizze più di quella del mio bar.

Qualche anno fa s’era inaugurato in pompa magna il parco Cassarà lungo via Ernesto Basile, bello, grande e pieno di verde, diventato in breve un punto di riferimento per podisti e ciclisti, salvo poi chiudere in fretta e furia i cancelli. “Togliamo l’eternit e siamo di nuovo da voi” vennero a dirci, e magari qualcuno, pur sapendo come funzionano le cose da queste parti, fu così babbeo da crederci. Saranno passati tre anni e noi siamo ancora qui, in cerca di un posto dove correre, e l’eternit sempre lì, gelosamente custodito nel sottosuolo del parco. E ancora: conoscete una pista ciclabile degna di questo nome, a meno che non vogliamo considerare piste ciclabili quelle sui marciapiede di via Libertà? E campi da tennis che non siano dentro il recinto di circoli privati? E campi da basket? E un campo di calcio che non sia quello dove gioca il Palermo?

In cosa, esattamente, Palermo esprime la sua cultura sportiva? Perché Palermo dovrebbe essere considerata una capitale a vocazione sportiva? E andando al sodo: perché, sindaco, quell’improvvido tweet? Il Cecchinato che giustamente oggi celebriamo non è nemmeno lontano parente, sportivamente parlando, di questa Palermo.