Palermo sta vivendo un periodo di rinascita culturale. Concerti, opere in mostra, teatri aperti e lunghe stagioni sui palcoscenici e i luoghi della memoria che diventano scenario a cielo aperto. Questa è Palermo, una città in evoluzione con eventi di richiamo mondiale come “1000Beats”, che dal 27 al 30 aprile arriva in città con centinaia di percussionisti e batteristi da tutto il mondo animando gli spazi del Conservatorio, il teatro Santa Cecilia, i Cantieri Navali, l’aereoporto Boccadifalco e il quartiere Ballarò.

Un dato di fatto, questo fermento di cui sicuramente Giuseppe Urso, batterista, compositore, direttore d’orchestra e didatta è testimone. “Al di là dei problemi e delle difficoltà di questa città si nota una vitalità mai riscontrata negli ultimi anni”. In particolare il jazz, il settore in cui gravita, sta vivendo una stagione molto felice. Con il Brass Group del maestro Garsia e il Tatum Art nel centro storico di Palermo gestito da Franco Costanzo e Toti Cannistraro, due realtà che offrono spazi concreti ai giovani talenti e non solo per suonare dal vivo oltre a musicisti internazionali di prestigio che settimanalmente si esibiscono in concerto.

La ricca carriera di Giuseppe lo vede accanto a grandi leggende del jazz come Phil Woods, Cedar Walton, Clark Terry, Dave Liebman, Vince Mendoza e Toots Thielemans. Il suo ultimo album “Shapes” (Da Vinci Publishing) del 2018 lo ha registrato con il suo trio stabile formato dai giovani Valerio Rizzo al pianoforte e dal bassista e contrabbassista Stefano India, due musicisti già con grandi esperienze all’attivo con cui Giuseppe si esibisce in concerto. “Presto registreremo un nuovo album. Oltre al disco ad aprile ho in programma la realizzazione di diversi videoclip che vedranno come sfondo la spiaggia di Mondello. Un lavoro che unisce la mia musica al territorio. Musica suonata rigorosamente dal vivo in un ambiente naturale come quello del mare a pochi passi dalla città.

Una carriera brillante quella di Giuseppe in cui si registrano da più di un trentennio collaborazioni con orchestre sinfoniche e liriche oltre a quelle jazz. La sua permanenza nell’Orchestra Jazz Siciliana del Brass Group, dal 1993 al 2008, è la più longeva tra tutti i batteristi nella storia dell’organico. Un diploma al Conservatorio di Palermo in Strumenti a Percussione oltre a quello in Musica Jazz con il massimo dei voti e lode. Ed è proprio il Conservatorio Scarlatti di Palermo, il “luogo preferito” di Giuseppe, dove oggi è docente di batteria e percussioni jazz e ricopre il ruolo di coordinatore dei corsi dedicati al genere. Da lui e da altri colleghi nasce la Palermo Jazz Orchestra, che spesso dirige e annovera tra le file alcuni tra i più brillanti allievi del Dipartimento Jazz dell’Istituto palermitano, a fianco di altri docenti che lo collaborano a seconda della produzione da realizzare. “Joy Garrison, Gianluigi Trovesi e Peter Erskine, leggenda vivente del jazz mondiale sono solo alcuni dei nomi che hanno usato parole di encomio sulla Palermo Jazz Orchestra”, continua Giuseppe. “Concludo col ricordare che quest’anno il nostro Dipartimento ha vinto con il Redling Project per la seconda volta il prestigioso Premio Nazionale delle Arti a Rovigo che vede come presidente di giuria il noto musicista Enrico Rava”.

Giuseppe ha pubblicato diversi dischi a suo nome e alcune pubblicazioni didattiche tra le quali l’ultimo Metodo avanzato per batteria “Soli storici per Batteria Jazz”, edito dalla giapponese Da Vinci Edition. Il prossimo 29 aprile dirigerà la Palermo Jazz Orchestra alle 21 al teatro Santa Cecilia con ospite Peter Erskine per il festival internazionale “1000Beats”, giunto quest’anno alla terza edizione. Un evento nel quale riveste il ruolo di Academic Advisor che ha in Emanuel Partigno il suo principale artefice. Il festival dedicato ai percussionisti di ogni specie porterà in città musicisti di fama mondiale come Stevens, Erskine e Mark Colenburg. Ci saranno clinics, cioè seminari in Conservatorio e concerti serali al Santa Cecilia. I Cantieri Navali faranno da palcoscenico all’evento finale con 100 percussionisti sopra una nave e il direttore d’orchestra posizionato su una gigantesca gru sospesa in aria. Jazz, musica contemporanea ed etnica. Un concerto serale animerà il quartiere Ballarò insieme a musicisti africani.