Sarà stata la rabbia oppure il risentimento; sarà stato perché nel frattempo le cose sono cambiate, sta di fatto che Nino Di Matteo, il più coraggioso dei magistrati coraggiosi, ieri sera è sbottato in televisione contro Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia. Gli ha rinfacciato di avere aperto ma non chiuso la trattativa per la sua nomina a direttore del dipartimento delle carceri e ha spiegato che il Guardasigilli, così pettoruto e così manettaro, alla fine se l’è fatta addosso perché i boss della mafia, intercettati nelle celle, minacciavano ferro e fuoco nel caso in cui la loro vita fosse stata messa nelle mani del pubblico ministero più puro, più duro e più scortato d’Italia. Lui, Bonafede, ha risposto impapocchiando ignoranza e bugie. Ma ieri sera i telespettatori di Giletti hanno capito di che pasta e di quali uomini è fatta la giustizia in Italia.