Non c’è pace per i conti della Regione. Il Consiglio dei Ministri ha bocciato su proposta di Maria Stella Gelmini – di Forza Italia – le variazioni di Bilancio approvate lo scorso 28 dicembre all’Ars, che prevedevano spesa per una novantina di milioni (di cui più di un terzo destinati al capitolo dei Forestali). Cambiano i governi, ma non la sostanza. E gli errori sono sempre all’ordine del giorno. Secondo il Cdm diretto da Mario Draghi, infatti, le disposizioni della “legge 33 del 2020, recante ‘Variazioni al bilancio di previsione della Regione per l’esercizio finanziario 2020 e per il triennio 2020-2022. Modifiche di norme in materia di stabilizzazione del personale precario’ si pongono in contrasto con il principio dell’annualità del bilancio e conseguentemente dell’articolo 81 della Costituzione”.

A rimarcare la vicenda è un post di Luigi Sunseri, deputato regionale dei Cinque Stelle e membro della commissione Bilancio in Assemblea. “Si parte alla grande! Prima, per nascondere le proprie incapacità, Musumeci e company davano la colpa al governo Conte per le impugnative, a loro dire politiche e non sul merito. Adesso, invece, a chi la diamo la colpa? La Gelmini è una ministra di Forza Italia, Miccichè è il presidente dell’Assemblea anche lui di Forza Italia, e l’assessore all’Economia Armao è di… indovinate? Esatto! Forza Italia”.

Ma è lo stesso Armao, intervenendo con una nota, a ridimensionare l’accaduto: “Nel rispetto del principio di leale collaborazione, a breve riprenderemo il confronto (già avviato nei giorni scorsi) con il ministro degli Affari regionali Maria Stella Gelmini per superare l’impugnativa del Consiglio dei ministri – per alcuni profili meramente formali e residuali – su alcune norme contenute nella legge regionale 33/2020. Con il ministero dell’Economia e il ministro degli Affari regionali – continua il vicegovernatore – sono già stati superati quasi tutti i rilievi, tanto che lo stesso Mef ha ritenuto ampiamente dimostrata la sussistenza delle coperture contenute nella manovra. Rimane solo una presunta questione sul profilo dell’annualità sulla quale il ministero ha insistito, nonostante la sussistenza di identici precedenti (risalenti al 2015 e in particolare alla legge 31) che non portarono all’impugnativa. In ogni caso valutazioni più puntuali potranno essere operate solo allorché si conosceranno in dettaglio i motivi dell’impugnativa”.

Ma non è tutto. Da lunedì, infatti, la Regione sarà in gestione provvisoria. Una sorta di shutdown. La scadenza dell’esercizio provvisorio (il 28 febbraio) e la mancata approvazione del nuovo Bilancio di previsione 2021-23 (all’esame della commissione di merito: approderà a Sala d’Ercole il 9 marzo) determinerà, così come disposto dalla Ragioneria generale, il blocco dei pagamenti, salvo quelli obbligatori come gli stipendi al personale. Un’altra mini paralisi – si spera – limitata nel tempo. Che ci fa perdere credibilità anche nei confronti dello Stato: il punto 4) dell’accordo sottoscritto fra Musumeci e l’ex premier Conte, infatti, prevedeva l’approvazione dei nuovi documenti contabili entro la fine di questo mese.