Il Presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti della Regione siciliana, Luciana Savagnone, non ha gradito il giudizio di Musumeci su uno dei magistrati della sezione di controllo, ritenuto di parte. Il riferimento è a Luciano Abbonato, ex assessore della giunta di Leoluca Orlando, a Palermo, che è stato fra i relatori del Defr, il documento di economia e finanzia della Regione. Musumeci, nel corso di un’intervista a “La Sicilia” di giovedì mattina, aveva evidenziato come “uno dei relatori del mio operato è un magistrato laico ex assessore di una giunta di centrosinistra nel comune di Palermo. Credo che in termini di opportunità qualche problema ci sia”. Un tentativo estremo di difendere l’assessore all’Economia Gaetano Armao dalla stroncatura della Corte.

La replica della Savagnone, durissima nei contenuti e nei toni, è arrivata attraverso una nota: “Ho letto con stupore e indignazione le dichiarazioni rese dal Presidente Musumeci” scrive la Savagnone che parla, riferendosi alle parole del governatore, di “considerazioni che insinuano dubbi sulla correttezza dell’operato di un consigliere della Sezione regionale di controllo. Tengo, anzitutto, a precisare che le illazioni e le infamanti affermazioni, se pur dirette al collega, sono di fatto rivolte all’intera Sezione di controllo che mi onoro di presiedere, visto che il contenuto di ogni deliberazione viene discusso ed approvato in Camera di consiglio ed il successivo elaborato scritto porta la firma di ciascun magistrato relatore/istruttore e, naturalmente, la mia, quale Presidente della Sezione”.

Sul parere relativo al Defr, il documento di economia e finanza della Regione, illustrato qualche giorno fa in commissione Bilancio all’Ars (alla presenza dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao), la Savagnone spiega che “in tutte le fasi del procedimento, il contraddittorio tra magistrati contabili ed amministrazione regionale è stato pieno e proficuo, come dichiarato da tutti coloro che vi hanno partecipato. L’insofferenza del Presidente Musumeci in merito alle definitive conclusioni adottate dalla Sezione del controllo su alcune delle problematiche affrontate, non tiene, quindi, in debito conto che gli era stata offerta ogni possibilità di esprimere le sue valutazioni sul contenuto del documento contabile in esame. Invero, – conclude la Savagnone – nessuna smentita o rettifica sul merito delle osservazioni è stata udita, ma soltanto uno sgradevole tentativo di delegittimazione di un collegio e di un magistrato che con la massima onestà intellettuale, ha svolto e svolge con onore le sue funzioni”.

Musumeci ha poi controreplicato alle affermazioni del giudice: “Dal tenore della nota della presidente Savagnone comprendo che ella è insorta in uno sgradevole equivoco. Nel dire che non intendo esprimere apprezzamenti sulla Corte, appariva chiaro che intendevo ribadire un concetto che mi è molto caro: le magistrature e le loro decisioni non si giudicano, ma si rispettano. Quanto al resto, penso sia mio diritto sostenere, come ho sostenuto, che esistono profili di opportunità indiscutibili di cui tutti, come la politica, dovrebbero tenere conto. In questo senso, mi stupisce molto che si sia voluta intendere la mia dichiarazione come un attacco alla Corte. Nessuno ha bisogno di insegnarmi che le Istituzioni pubbliche si rispettano. E si rispettano tutte, anche quelle espresse dal voto popolare”,