Al dato pauroso dei 716 morti di venerdì (a livello nazionale), contribuisce pesantemente quello siciliano: che fa registrare 258 decessi nelle ultime ventiquattr’ore. Vanno ad aggiungersi ai 4.757 decessi comunicati ufficialmente fino a ieri, per un totale di 5.015. Un attimo, però. Fermate le rotative. Il numero tiene conto di vittime “precedenti” (si parla di un “ricalcolo di dati incompleti degli ultimi mesi”), che non erano state conteggiate per tempo dalle strutture amministrative dedicate all’uopo. Che fine avevano fatto? Chi non ha provveduto a caricarle nel sistema? E soprattutto, perché?

E’ chiaro che questo errore – ma qualcuno potrebbe chiamarla “correzione postuma” – è figlio di una gestione dei dati disomogenea e non puntuale. La stessa che ha portato a indagare la Procura di Trapani, a seguito di alcune intercettazioni in cui la dirigente del Dasoe, e l’assessore regionale alla Salute (indagato) Ruggero Razza, individuavano la maniera più opportuna per “spalmare un poco” i morti. Per fortuna, verrebbe da dire, la Regione ha comunicato anche 6.022 guariti, anch’essi derivanti da un ricalcolo riferito alle ultime due settimane. La diretta conseguenza è la netta diminuzione dei soggetti attualmente positivi, che in un giorno passano da oltre 26 mila a 21.756.

Al di là delle questioni tecniche, e dei profili penali che (eventualmente) saranno portati a galla dalla magistratura, i numeri fin qui forniti dalla Sicilia non rispecchiano in pieno il quadro epidemiologico e hanno finito, e finiranno, per influenzare le scelte legate alle misure restrittive da adottare. L’istituzione incaricata – l’assessorato alla Salute – si trova davvero a un punto di non ritorno. La pressione sull’operato di Musumeci aumenta ora dopo ora. “Altro che spalmatura, erano stati nascosti 258 deceduti per COVID in Sicilia. Lo scandalo continua”, è il commento di Antonello Cracolici, deputato regionale del Pd. “Ormai la credibilità della Regione è gravemente compromessa. Si procede alla decretazione delle zone rosse senza che siano resi pubblici i dati che giustificano questi provvedimenti. Il caos è ormai l’unico ordine che regna in Sicilia. Credo che sia necessario e urgente restituire credibilità al sistema sanitario con la nomina di un commissario che rimuova il principale responsabile di questo disastro: il commissario Musumeci”.

A Cracolici ha replicato Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima all’Ars: “Che a parlare di “scandalo”, “credibilità della Regione gravemente compromessa” e “disastri” sia un qualificato esponente di quel Pd che volle Crocetta come presidente della Regione e fece parte in prima persona del governo più nefasto di tutti i tempi, lascia letteralmente basiti. Peraltro, nella sua foga giustizialista, Antonello Cracolici dimentica o probabilmente fa finta di dimenticare che nel ricalcolo sui dati del Coronavius sono emersi oltre seimila guariti in più, a riprova che nei conteggi non c’è stata mai alcuna malafede. Ma ormai è arcinoto: dal Pd sanno solo attaccare, accusare e sentenziare, purtroppo per la Sicilia ormai ci siamo abituati”.