Il bullo, che pirotelleggia da mesi tra i corridoi di Palazzo d’Orleans, sente di avere le scarpe strette e cerca di trovare un rimedio: una password, appunto, che gli consenta di uscire dallo scandalo dei 91 milioni pagati dalla Regione al suo amico Ezio Bigotti, avventuriero di Pinerolo, per un censimento dei beni immobili che nessuno ha avuto la fortuna di vedere. Claudio Fava, presidente dell’Antimafia ha già preannunciato che avvierà le audizioni anche su questo sporco affare. E per il bullo non sarà facile uscire indenne da una storiaccia che lo ha visto tra i protagonisti: dieci anni fa come consulente e sponda politica di Bigotti; oggi come arbitro al quale un governo senza pudore, presieduto da Nello Musumeci, ha delegato il compito di risolvere i guai creati da lui medesimo al tempo in cui fu assessore dell’impero Lombardo. Di quel basso impero.