Se il buongiorno si vede dal mattino, non c’è da stare allegri. La maggioranza che non c’è ha ricominciato a sbandare e l’Assemblea regionale è ridiventata un campo di battaglia. Tra i morti e feriti le nove province del regno: quelle prima soppresse, poi risuscitate e ora seppellite da un rinvio che non si sa a quale logica risponda. Le cronache dicono che la norma in base alla quale le elezioni, previste per il 30 giugno prossimo, slitteranno al 2020 è stata inserita in una legge denominata Marina Resort. Boh. Forse sarebbe stato meglio inserirla in un’altra legge inutile che l’Ars sta per definire: quella sulla pesca. Inutile perché in Sicilia puoi pure varare mille riforme ma la pesca, con i tanti soldi da spartire, resterà sempre un califfato in mano a Dario Cartabellotta, un burosauro del pleistocene che nessun assessore avrà mai la forza di controllare.