“Basta litigi, a partire della Sicilia, non possiamo rischiare di mettere a repentaglio il risultato delle politiche. Chiederò a Salvini e Berlusconi di vederci il prima possibile per evitare ulteriori divisioni”. Lo ha detto la leader di Fdi, Giorgia Meloni in un video su Facebook. La sconfitta alle Amministrative fa male. E dalla leader di Fratelli d’Italia parte una chiamata alle armi che fa il paio con la conferenza stampa convocata la settimana scorsa da Musumeci in cui, contestualmente al “passo di lato”, veniva chiarita la richiesta di un tavolo nazionale per fare luce sulle candidature. Anche Matteo Salvini, su Facebook, ha ammesso la sconfitta: “Spiace per le città perse al ballottaggio, nonostante l’impegno di candidati e militanti, spesso per le divisioni e i litigi nel Centrodestra come a Verona, che non si dovranno più ripetere – chiarisce il leader della Lega -. Spiace per la bassa partecipazione al voto, spesso inferiore al 30%, un segnale che costringe tutti a lavorare di più e meglio”.

Intanto, nell’Isola, si mobilitano anche i leader regionali. Come riporta il quotidiano ‘La Sicilia’ è stato lo stesso Micciché, con un vorticoso giro di telefonate fra sabato e domenica, a proporre la data di mercoledì per un primo vertice. Ma il segretario della Lega, Nino Minardo, è a Roma per impegni parlamentari. In quei giorni, fra l’altro, è previsto anche un incontro fra Salvini e Raffaele Lombardo, dato gli Autonomisti, con una nota recente, hanno negato la presenza di veti (anche sull’uscente).

Siamo ancora lontani dalla chiarezza. E soprattutto siamo lontani dal definire il ruolo di Fratelli d’Italia in questa partita. Preso atto dell’indisponibilità del resto della coalizione di convergere su Musumeci (anche se La Russa insiste), bisognerà capire le intenzioni della Meloni. Difficile si impunti col rischio di spaccare la coalizione. L’alternativa è lì sul tavolo: accogliere l’invito proveniente da più parti, anche interne a FdI, di puntare su Raffaele Stancanelli, l’unico a risultare attrattivo anche per Cateno De Luca, che con l’europarlamentare vanta ottimi rapporti.  Stancanelli, fra i No-Nello più accaniti, non ha mai pronunciato una parola in dissenso col suo partito: anche quando la Meloni ha scelto di riportare a casa Musumeci nonostante i “tradimenti” del passato, che avevano finito per logorare, appunto, i rapporti con l’ex sindaco di Catania.

L’europarlamentare continua a mantenere il profilo basso, conscio – forse – del fatto che qualcuno prima o poi busserà alla sua porta per chiedergli un sacrificio enorme: quello di ricompattare la coalizione. Sarebbe più difficile farlo per Carolina Varchi, altro nome in ballo, che non vanta alcuna esperienza a livello amministrativo. Tanto più per Manlio Messina, altro nome “offerto” a Giorgia, ma considerato troppo vicino a Musumeci. Le candidate ideali di Micciché, invece, sarebbero Patrizia Monterosso, presidente della Fondazione Federico II ed ex segretario generale della Regione; e Barbara Cittadini, presidente nazionale dell’Aiop, l’associazione italiana ospedalità privata. Restano in ballo pure Minardo, molto apprezzato da Salvini; e l’ex assessore alla Salute Massimo Russo, il cui nome gira e rigira torna sempre in voga nei momenti caldi.