Scuole chiuse a Palermo fino a lunedì prossimo. Ma anche le università, ad eccezione di Catania (dove gli esami si terranno comunque a porte chiuse), hanno sospeso le lezioni fino al 9 marzo. Dulcis in fundo, si blocca anche il parlamento siciliano. Sono questi i risultati del contagio da Coronavirus che ha colpito tre persone nel cuore di Palermo. Si tratta di turisti di Bergamo, arrivati in città venerdì mattina con un volo da Orio al Serio. I pazienti, risultati positivi al tampone, si trovano in isolamento nelle camere d’albergo dell’hotel Mercure. Test negativo, invece, per gli altri componenti della comitiva.

Nel frattempo preoccupa la posizione della Sea Watch, imbarcazione Ong tedesca, che si sta avvicinando al porto di Messina dopo tre distinte operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. La città dello Stretto è stata assegnata come porto sicuro. A bordo 174 migranti, che Musumeci non ha alcuna intenzione di accogliere a causa dell’emergenza Coronavirus: “Faccio appello al presidente Giuseppe Conte: dal governo regionale siciliano è arrivato finora un responsabile atteggiamento rispetto alla gestione unitaria di questa emergenza. Ma serve reciprocità. Avevo chiesto ieri e ribadisco oggi: in un contesto di allarme come quello attuale, suona come una sfida al popolo siciliano pensare di fare sbarcare altri 194 migranti in Sicilia. Una quarantena a bordo è indispensabile o, se le autorità ritengono che la nave non lo consenta, si interloquisca con le autorità competenti e si diriga in altri porti”.

Musumeci ha subito incassato l’appoggio di Matteo Salvini: “Ha ragione il governatore della Sicilia Musumeci, non è possibile che in un momento come questo il governo permetta lo sbarco di altre centinaia di immigrati: che l’Europa si svegli e se ne faccia carico”.

Critico invece Claudio Fava, deputato regionale dei Cento Passi e presidente della commissione regionale Antimafia: “194 poveracci salvati in mare sarebbero, secondo il presidente Musumeci, una sfida al popolo Siciliano alle prese con i casi del nuovo Coronavirus. Poco importa che non arrivino da Codogno o dalla Cina ma dai lager libici in cui il tasso di mortalità (stupri ed esecuzioni sommarie) è piuttosto alto. La richiesta al governo italiano di impedirne lo sbarco a Messina perché facciano a bordo della nave la quarantena è grottesca. Ma se poi si chiama in causa anche il ‘popolo siciliano’, il grottesco si fa ridicolo”.

CHIUDONO I NEGOZI CINESI DEL CENTRO

I commercianti cinesi chiudono i negozi per paura del contagio da Coronavirus dai turisti e dai palermitani dopo la scoperta di tre persone positive al virus influenzale. Almeno fino a lunedì prossimo, molti negozi nelle zone di via Maqueda, Lincoln e Ballarò, ma anche negozi del centro vicini al porto, e ristoranti, hanno deciso di chiudere. Su molte saracinesche appare la scritta “Chiuso per ferie” in altre vi sono numeri di cellulare. I negozi cinesi non chiudono normalmente neanche ad agosto. La comunità cinese di Palermo aveva gestito l’isolamento volontario di alcuni concittadini che erano tornati dalla Cina e si erano messi in quarantena da soli. “Ieri – racconta un commerciante cinese – i maggiori grossisti del commercio cinese palermitano si sono incontrati in un locale per un aperitivo. Lì hanno notato un gruppo di turisti provenienti da Bergamo. Tra una chiacchiera e l’altra, i turisti hanno precisato di non essere arrivati con lo stesso gruppo che attualmente si trova in quarantena a Palermo, svelando il loro percorso turistico tra le vie del centro storico, proprio nelle zone dove il popolo delle lanterne rosse ha la maggiore densità di negozi”. Un particolare che non è sfuggito ai commercianti cinesi, perché a distanza di poche è cominciato il tam tam, e già stamattina l’85 per cento dei negozi del centro ha abbassato le saracinesche. Spiega il commerciante: “Si tratta di una misura precauzionale per tenere lontano il rischio contagio che potrebbe arrivare dai turisti incontrati nel locale e dai clienti italiani venuti in contatto con loro”. (ANSA)

MUSUMECI DECIDE DI CHIUDERE LE SCUOLE

Ieri pomeriggio Nello Musumeci ha riunito gli assessori per una una riunione di giunta straordinaria, poi, assieme a Ruggero Razza e al presidente dell’Anci Sicilia, e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha incontrato i nove prefetti siciani. Al termine del doppio summit si è ripresentato di fronte ai cronisti, riuniti ancora una volta al palazzo della Regione di Catania: “Le notizie che arrivano da Roma sono frammentarie e talvolta contraddittorie – ha esordito Musumeci – Stamane, nel corso della videoconferenza col premier Conte, abbiamo evidenziato alcune esigenze. La prima: potenziare le misure di controllo dei passeggeri in arrivo in Sicilia attraverso in aereo, nave, treno o pullman. Dalle autorità competenti arrivano assicurazioni di avere adottato queste misure di controllo nei giorni passati e di continuare ad adottarli. A noi non risulta che le cose siano andate esattamente così, e quindi stamattina ho posto questo tema e lo stiamo formalizzando in una bozza di ordinanza. Sarà sottoposta all’esame dell’unità di crisi e del presidente del Consiglio”.

“Poi – prosegue il governatore – abbiamo chiesto di poter disporre di tutte le misure necessarie a sostegno delle imprese che subiranno, e in parte già subiscono, pesanti batoste. Penso soprattutto al settore del turismo, che si affacciava alla stagione con particolare ottimismo. In questo senso il Consiglio dei Ministri farà conoscere nei prossimi giorni le proposte che vorrà adottare. L’orientamento del governo nazionale è escludere la chiusura di spazi o luoghi pubblici aperti al pubblico. La Sicilia, nella mappa delle emergenze nazionali, non è considerata né zona rossa né zona gialla, essendosi manifestato un caso positivo acclarato a cui se ne sono aggiunti altri due, nello stesso gruppo ospitato nello stesso albergo. Per l’unità di crisi nazionale la Sicilia non è in emergenza”.

C’è un però: “Nonostante questo, dopo avere sentito il sindaco Orlando e il prefetto di Palermo, ho disposto assieme all’assessore Lagalla la sospensione delle lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado nella città di Palermo e nella sua provincia. Il provvedimento è valido fino a lunedì compreso. E’ dettato dalla necessità di sanificare e disinfettare i luoghi frequentati da docenti, ragazzi e personale scolastico. Non escludiamo di adottare analoghe misure in altre province”. Sul caso della turista bergamasca, Musumeci ha rassicurato che “l’albergo che ha ospitato la comitiva è stato chiuso per evitare che qualcuno potesse allontanarsi. Come prevede il protocollo sanitario, il personale è monitorato secondo le procedure delle autorità sanitarie”.

“Ci risulta – ha detto ancora Musumeci – che alcuni sindaci in queste ultime ore abbiano adottato ordinanze per varie ragioni improntate alla prudenza: questo crea confusione e caos e non è neanche tollerato dalle autorità nazionali. Col presidente dell’Anci abbiamo concordato la necessità, da domani, di poter diramare una sorta di vademecum che fornisca ai primi cittadini gli orientamenti essenziali affinché si evitino iniziative autonome in contrasto fra loro. Abbiamo deciso, inoltre, di costituire un coordinamento che si riunirà una volta alla settimana come strumento di supporto e ausilio al presidente della Regione, di cui faranno parte presidente dell’Anci Sicilia e un rappresentante di ogni prefettura. Domani incontreremo i nove direttori delle aziende sanitarie provinciali per ricevere un report delle cose accadute negli ultimi giorni e fornire ulteriori elementi di coordinamento”.