Temendo, forse, di diventare oggetto di scherno – la soluzione ‘Schifani & Divani’ era la più quotata – il presidente della Regione ha stoppato il restyling dell’appartamento presidenziale. L’impegno di spesa da 22 mila euro per l’acquisto di una poltrona presidenziale, di due poltrone modello Oxford per gli ospiti e di un divano e altre due poltrone modello Arcadia (tutta roba d’alta classe), è andato a farsi friggere. Anche se nessuno, dentro Palazzo d’Orleans, si spiega chi abbia partorito l’idea.

Musumeci? Manco a parlarne. Dalla sua comoda poltrona romana, il ministro del Mare e della Protezione civile ha chiarito che “l’acquisto degli arredi in questione non è mai stato disposto durante il precedente mandato presidenziale”. Anche Schifani si è detto all’oscuro, finendo per stoppare la spesa, ritenuta “inopportuna”. Mentre gli uffici, senza scendere troppo nel dettaglio, hanno chiarito al quotidiano ‘La Sicilia’ che la scelta dei nuovi arredi era legata a quelli già presenti nel palazzo.

Ma non chiamate in causa la continuità amministrativa. Anche su robe un filo più importanti tutti fanno spallucce: vedasi la parcella da 3,5 milioni liquidata all’ex assessore della giunta Lombardo, Pier Carmelo Russo, per aver difeso la Regione contro i colossi dei termovalorizzatori. Il decreto degli Affari generali, utile alla liquidazione dei compensi, reca la data del 7 dicembre. Ma Schifani, anche stavolta, non ne sapeva nulla e ha chiesto un approfondimento agli uffici. Sospettando che sia opera di chi l’ha preceduto. In attesa che Musumeci, smentisca, come buona prassi, si fa spazio una terza ipotesi: che la firma sugli atti sia del fantasma d’Orleans. L’unico indiziato.