Sicilia e fiscalità di vantaggio. A tirare fuori una storia vecchia come il mondo, è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Il cui libro – “La mossa del cavallo” – è in uscita nei prossimi giorni. In alcuni passaggi, Renzi sottolinea che “serve una battaglia europea per fare almeno delle due isole principali, la Sicilia e la Sardegna, regioni speciali dal punto di vista fiscale (…) Credo che occorra un grande patto tra le due regioni isolane e lo Stato centrale per una più solida collaborazione nel rispetto dell’autonomia prevista dalla Costituzione, ma senza alcuno sperpero, ormai insopportabile”. Il riferimento dell’ex premier è chiaro: “Nessuno è disposto a concedere ulteriori eccezioni, a livello europeo, quando vengono resi noti gli sprechi dell’assemblea regionale siciliana o si respingono potenziali investitori turistici in Sardegna disincentivandoli con burocrazia, ricorsi, veti (…) Sicilia e Sardegna dovrebbero anzitutto impegnarsi a rimuovere alcuni limiti strutturali che allontanano gli investitori… Finché le pensioni dei funzionari dell’assemblea regionale siciliana avranno uno status speciale” è il succo del discorso di Renzi, “non ci sarà possibilità di convincere il resto d’Europa della necessità di ottenere per le due regioni una disciplina fiscale ad hoc”.