Più che fiscalità di vantaggio, secondo Gaetano Armao, siamo ancora alla fase degli scippi. Il vicegovernatore siciliano, che è pure assessore all’Economia, non perde occasione per denunciare il comportamento di Roma nei confronti della Sicilia. La dotazione attuale – tra fondi Poc, Po-Fesr, Fsc e contratti di servizio Anac-Rsi – ammonta a poco più di dieci miliardi negli ultimi dieci anni. “Con questo ritmo ci vorrebbero 450 anni per risollevare la Sicilia, mentre oggi l’Isola ha bisogno di un’iniezione di investimenti pubblici pari ad almeno cinque miliardi l’anno aggiuntivi alla dotazione attuale”. Armao, secondo quanto riportato da “La Sicilia”, lamenta “una sottrazione in dieci anni alla Sicilia di 60-70 miliardi: 12 perché la quota di investimenti pubblici al Sud è al 28% e non al 34%; 10 come contributo al risanamento della finanza pubblica; 40 per le accise che ci spettano per la benzina venduta alla pompa e negate malgrado raffiniamo il 46% del petrolio italiano; più le compartecipazioni fiscali pari al 7,1% dell’Irpef e al 3,6% dell’Iva, che ci spettano perché svolgiamo noi le funzioni che erano dello Stato”.