Lenzuoli ai balconi anche delle sedi istituzionali, ricordi e spettacoli in streaming, incontri a distanza. Senza i cortei e le navi della legalità – a causa dell’emergenza sanitaria che ha stravolto i programmi degli organizzatori – Palermo ha ricorsato oggi l’attentato di Capaci che 28 anni fa costò la vita a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e a tre uomini della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani.

L’esposizione dei lenzuoli, che si richiama a una campagna della società civile lanciata dopo l’attentato del 1992, nasce da un impulso della Fondazione Falcone e di #PalermochiamaItalia che hanno scelto uno slogan per riassumere il senso dell’iniziativa: “Il mio balcone è una piazza”. I lenzuoli sono comparsi non solo ai balconi di tanti palermitani, ma anche alle facciate della Questura, della Prefettura, del Comune, di palazzo dei Normanni, di villa Pajno (residenza del prefetto), della Cgil e di palazzo Gulì, sede del “No Mafia Memorial”. Il centro Giuseppe Impastato, che lo gestisce, ha esposto un lenzuolo per le vittime di Capaci e uno per i medici e gli infermieri morti mentre fronteggiavano il Covid.

Rispetto al passato la parte centrale del programma non sarà più l’incontro con i giovani e le scuole nell’aula bunker dell’Ucciardone. E’ stato il web lo spazio virtuale in cui saranno proposti tanti eventi. Il fitto programma si è aperto, come sempre, alle 9 con la deposizione di fiori davanti alla stele dell’autostrada che ricorda la strage. Erano presenti il neo prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, il questore Renato Cortese, Maria Falcone, sorella del giudice e Tina Montinari, la vedova del capo scorta il comandante provinciale dei carabinieri Arturo Guarino e il comandante provinciale della Guardia di finanza Antonio Quintavalle.

E’ arrivato il mattinata anche il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “La mafia si è sempre nutrita di complicità e di paura, prosperando nell’ombra. Le figure di Falcone e Borsellino, come di tanti altri servitori dello Stato caduti nella lotta al crimine organizzato, hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre. I mafiosi – ha proseguito il Capo dello Stato – non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi”.

“La cosa più bella è il movimento che parte dalla base giovanile dell’Università, la loro voglia di portare avanti i valori di Giovanni, Paolo e Francesca dobbiamo agevolarla. Noi tutti adulti dobbiamo continuare ad aiutare i giovani, da anni come Fondazione incoraggiamo i ragazzi. Dobbiamo approfittare delle potenzialità delle giovani mente, Giovanni diceva per vincere la mafia non basta la repressione”. Così Maria Falcone intervenendo alla Conferenza dei rettori in streaming.

Sabato 23 e domenica 24 la web tv del teatro Massimo propone due opere-inchiesta, “Le parole rubate” e “I traditori”, dei giornalisti Gery Palazzotto e Salvo Palazzolo. Altri spettacoli sono stati offerti dai canali social e dai siti del Brass Group, della Fondazione Falcone e di Quarto Savona Quindici, il gruppo dedicato ai tre uomini della scorta di Falcone. Alle 17.58, l’ora della strage, un flash mob ha unito idealmente tutta l’Italia, con le persone che si sono affacciate ai balconi per esporre un lenzuolo bianco. Davanti all’albero Falcone, in via Notarbartolo, è risuonato il silenzio: non doveva esserci quasi nessuno, ma si sono presentati in centinaia. Nello stesso momento nel giardino della caserma Lungaro è stata collocata la teca di Quarto Savona Quindici con i resti contorti dell’auto della scorta ed è stata rappresentata la “Corale del silenzio” del drammaturgo Vincenzo Pirrotta con la partecipazione di Salvo Ficarra e Valentino Picone, di attori del teatro Biondo e di alcuni musicisti.