“Ci sarebbe piaciuto che anziché provare a vincere il campionato di arrampicata sugli specchi, difendendo l’indifendibile, il governo Musumeci si fosse impegnato a correre ai ripari”. E’ stata questa la reazione di Giampiero Trizzino al tentativo dell’assessore ai Rifiuti, Daniela Baglieri, di discolparsi di fronte all’ennesimo capitombolo del governo Musumeci. La Commissione Europea ha stroncato in malo modo il piano rifiuti definendolo “non conforme”. Ma non è il fatto, di per sé, a sorprendere. La storia di questi quattro anni e mezzo di legislatura è piena di bocciature, di impugnative e persino di qualche pernacchia. E’ il modo in cui l’esecutivo prova a uscire dall’angolo, che lascia stupefatti. Come se non esistessero colpe e colpevoli, ma solo complimenti da incassare perché “la Sicilia è la prima stazione appaltante d’Italia”.

Esistono due verità: quella fattuale, che racconta di una stagione catastrofica sotto il profilo delle riforme e dei conti; e quella immaginaria, utile a soddisfare il tentativo di Musumeci di ricandidarsi, che vede in Giorgia Meloni una complice d’eccezione. E’ stata la leader di FdI, ieri a Palermo, a tirar fuori la storia della Sicilia “in vetta a molte classifiche”, della Regione “più attenta ai disabili” (nonostante i tagli nell’ultima Finanziaria) e che “ha speso meglio i fondi europei” (nonostante la ministra Carfagna abbia segnalato il rischio di perdere 2,5 miliardi). Ma la Meloni, sul red carpet allestito per lei da Nello & Friends, è andata addirittura oltre. Dicendo che siamo la prima Regione nella creazione di posti letto di terapia intensiva (omettendo che se n’è completata soltanto una parte e fuori tempo massimo); ma anche nei ristori per le aziende colpite dalla pandemia, nonostante la Finanziaria di guerra, costata 1,5 miliardi e risalente al 2020, sia rimasta una scatola semi-vuota.

Le acrobazie di Giorgia sono il risvolto della medaglia che parla di un governo iperattivo, che spende una valanga di soldi per esibirsi fra Cannes e Ambelia (col dovuto rispetto), che si affida a una importante società di comunicazione perché per troppo tempo “abbiamo lavorato nel silenzio del dovere” (Musumeci dixit) e ora è arrivato il momento di mostrare gli artigli. Ma non tutti gli eccessi sono tollerabili. Quanto accaduto al piano rifiuti, nel giorno della visita della Meloni, grida vendetta. La Commissione Europea – mica l’autoclub di Vattelapesca – ha dichiarato il piano “non conforme” alle direttive sull’economia circolare, perché “mancano informazioni sufficienti sul tipo, la quantità e la fonte dei rifiuti prodotti sul territorio e una valutazione dello sviluppo dei flussi di rifiuti in futuro”.

Eppure l’assessore Daniela Baglieri, che ha rimpiazzato mesi fa Alberto Pierobon (che quel documento l’aveva redatto) ha avuto il coraggio di affermare che “non è vero che il Piano rifiuti predisposto dalla Regione sia stato bocciato dalla Commissione europea”, rispondendo così alle cattiverie dei Cinque Stelle. “Da mesi – continua l’esponente del governo Musumeci – dialoghiamo con il ministero della Transizione ecologica, che sta facendo le proprie valutazioni in merito. Siamo in una fase assolutamente interlocutoria per elaborare una revisione o integrazione del Piano, così come le altre Regioni italiane”. Bisognerebbe dirlo alla Commissione Europea, certamente nemica della Sicilia. O anch’essa in campagna elettorale come i 5 Stelle, che secondo la Baglieri (in quota Udc) rischiano “solamente di confondere i cittadini, che vogliono liberarsi dalla schiavitù delle discariche”.

Le dichiarazioni dell’assessore all’Energia sono valse al governo Musumeci il titolo di “campione di arrampicata sugli specchi”. Oltre alla secca rettifica di Giampiero Trizzino, che nei mesi scorsi, ad esempio, aveva fatto notare come gli amati termovalorizzatori – se ne costruiranno un paio fra Gela e Pantano d’Arci (Catania) – non fossero previsti da quel documento. “Per la precisione questa è la terza bocciatura del piano che arriva dopo quella del ministro Costa nel 2018 e del Cga nel 2021, a conferma che Musumeci e la gestione dei rifiuti sono due rette parallele” ha spiegato il deputato dei Cinque Stelle, ex presidente della commissione Territorio e Ambiente. “Ricordiamo – dice Trizzino – che le nostre ripetute osservazioni su questo disastroso piano risalgono al 2018, in tempi ben lontani dalla campagna elettorale. Se ci avessero ascoltato, probabilmente avremmo un piano rifiuti operativo e tanti problemi in meno. E, soprattutto, i cittadini non rischierebbero di pagare una Tari altissima, sicuramente sproporzionate rispetto ad un servizio di raccolta non all’altezza di un Paese civile”. “Che il piano rifiuti fosse farlocco, inadeguato e incompleto – ha detto invece Anthony Barbagallo, segretario del Pd – lo avevamo detto sia in commissione Ambiente sia all’Ars. Ma abbiamo trovato un governo sordo, arrogante e tracotante. E in aula, all’Ars abbiamo votato no. Ora che anche la Commissione Europea ha detto la sua, è insopportabile sentire l’assessora Baglieri che cerca di arrampicarsi sugli specchi. Ha poche idee ben confuse, così come il governatore”.

Questo atteggiamento, per tornare al caso di specie, non ci aiuta nella battaglia contro la monnezza sulle strade e le discariche abusive. La stessa Baglieri, l’estate scorsa, finì nel mirino di Selvaggia Lucarelli, che segnalò fino alla nausea i disastri di una Sicilia invasa dai rifiuti. Per qualche mese si pensò di mandarli all’estero (la Regione si era anche impegnata a pagare parte dei costi di conferimento), poi non se ne fece niente. Con l’arrivo dell’inverno e la trovata dei termovalorizzatori, la questione è stata “insabbiata”. Adesso, con la bella stagione, rischia di esplodere in tutta la sua drammaticità. Al netto di Bellolampo, che è già tornata satura, anche a Lentini la situazione sta diventando insostenibile: “Il risultato è che per oltre 150 comuni – in provincia di Catania, Messina, Siracusa – dovranno conferire i rifiuti in ordine cronologico di presentazione degli autocompattatori, ma comunque con una capienza ridotta a causa della saturazione della discarica”, ha detto Barbagallo.

Ciò che resta non è (solo) la monnezza. Ma questo giochino del governo che prova sempre a discolparsi. Di sfuggire di fronte alle responsabilità. Un giorno coi rifiuti, quello dopo coi precari (notizie della vertenza Asu?), quello dopo ancora con la sanità (non si riesce più a tornare ai reparti pre Covid). Siamo gli stessi che non attivano una sola riforma di quelle “imposte” dall’Accordo Stato-Regione del 2021, ma pretendono di posticipare le rate del mega disavanzo per esigenze di cassa. Siano gli stessi che vorrebbero poter godere al 100% dell’autonomia statutaria, ma non riescono a tagliare gli sprechi e chiudere i carrozzoni. Siamo quelli che nominano illecitamente dirigenti di “terza fascia” a capo dei dipartimenti regionali, ma pretendono (nonostante le sentenze di giudici e tribunali) di farla franca perché non esistono alternative. Siamo degli illusionisti, insomma.

La replica dell’assessore Baglieri: “Stiamo armonizzando il piano”

“In merito alla “presunta” bocciatura del Piano rifiuti da parte della Commissione europea ribadisco ancora una volta che al momento non ce n’è stata alcuna”. Lo ribadisce in una nota l’assessore regionale all’Energia, Daniela Baglieri. “Il ministero della Transizione Ecologica sta facendo le sue valutazioni in merito e io, sono al lavoro per integrare e revisionare il documento che ho trovato al mio insediamento. La nota del Ministero della Transizione Ecologica non ha effetti sull’aumento della TARI. Farò quanto necessario per armonizzare il Piano ai rilievi del Mite. Sono già in atto le interlocuzione necessarie a chiarire ogni punto, nel consueto spirito di fattiva collaborazione tra istituzioni. Per quanto mi riguarda, il confronto è sempre utile, non sono interessata alla polemica – a volte, fine a se stessa – che rischia invece di danneggiare gli interesse di tutti i cittadini siciliani inermi da 30 anni alla politica dei rifiuti”.