Nella sua intervista a La Stampa, Santoro spiega che “è stato un errore portare il Paese al voto così rapidamente. Si poteva trovare una soluzione per andare avanti altri 2 o 3 mesi con Draghi. Sono rimasto molto deluso dalla scelta del presidente Mattarella, che pure ammiro: costringere gli italiani a votare in queste condizioni è un colpo basso”. Inoltre, “non si è permesso a nuove forze politiche di partecipare, anche impedendo la raccolta delle firme digitali. Tutto a vantaggio dei partiti esistenti”. “Credo che in Italia si avverta forte l’esigenza di un partito che non c’è, che sappia rappresentare le persone partendo dalle loro condizioni di vita. Non voglio fondare nulla, ma provare a rispondere a questa domanda e verificare la possibilità di aggregare chi si sente come me”. Come? “Abbandonati alla periferia della politica, così da non poter interferire con il potere. Umiliati nell’esercizio del nostro diritto fondamentale, espropriati della possibilità di scegliere i nostri rappresentanti, indicati dai partiti senza tenere in alcun conto i territori. Mi sento come se avessi subito un furto in casa”.