L’Assemblea regionale ha approvato questo pomeriggio le variazioni di Bilancio. Si tratta di un Ddl stralcio concordato con Roma, che eviterà l’impugnativa di alcuni articoli dell’ultima Finanziaria, già posti sub-judice dal Consiglio dei Ministri. La proposta di legge era stata inoltrata a palazzo dei Normanni quattro mesi fa. Prevede un taglio complessivo di 65 milioni a valere sul 2021, per “tamponare” una quota di disavanzo fatta emergere dalla Corte dei Conti con l’ultima parifica. “Si tratta di un provvedimento tecnico”, ha spiegato l’assessore Armao in apertura di lavori. Aggiungendo che le somme sforbiciate ai vari capitoli saranno rimpinguate con le “vere” variazioni di Bilancio, da approvare entro fine mese.

L’aula, però ha passato al setaccio anche una trentina di emendamenti aggiuntivi. Per questo il giudizio del M5s è impietoso: “Una variazione di bilancio che doveva essere solo tecnica, come più volte è stato detto, ma che ha finito per assumere, emendamento dopo emendamento, i contorni di una mini finanziaria, con aiuti a chi è più vicino al governo e con soggetti trascurati a scapito di altri. Inserite nel ddl pure norme di tipo ordinamentale, che nulla dovrebbero avere a che fare con una norma meramente finanziarie: consequenziale il nostro voto negativo”. “Questo governo del nulla – aggiunge il capogruppo, Giovanni Di Caro – evidentemente ha deciso di sparare ancora una vota male e nelle direzione sbagliata le sue cartucce. Il nostro giudizio è totalmente negativo. Negativo, soprattutto, il nostro giudizio sul mancato coinvolgimento degli operai a tempo determinato dell’Esa negli interventi contro il dissesto idrogeologico, sull’assenza di contributi per i 33 comuni dell’Agrigentino aderenti ad Aica e sulla mancetta erogata agli Asu per mitigare la loro delusione per la mancata stabilizzazione”.

Per i precari, nelle more della stabilizzazione, è stato previsto un contributo una tantum fino a 1.000 euro. La spesa graverà sulle casse dell’Amministrazione regionale per circa 5 milioni di euro. La proposta era arrivata da Marianna Caronia, deputata della Lega. “Mentre continua il nostro impegno per giungere alla definitiva stabilizzazione di questi lavoratori, abbiamo intanto deciso di deliberare un contributo che dà a questi lavoratori e lavoratrici un giusto riconoscimento per l’impegno che, come tanti altri, hanno messo in questi mesi di pandemia, pur avendo una situazione contrattuale estremamente fragile e incerta”.

Anche il Pd trova modo di esultare: “Grazie al nostro emendamento – dice il capogruppo, Giuseppe Lupo – sono stati stanziati 2 milioni per il servizio di assistenza igienico-personale e di assistenza alla comunicazione agli alunni con disabilità delle scuole comunali dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado per l’anno 2021. Uno stanziamento che garantirà il diritto allo studio e rappresenta una ‘soluzione ponte’ in vista di una riforma complessiva della materia per il miglioramento dell’assistenza agli alunni con disabilità”. Scongiurato anche il taglio ai Comuni: “Grazie alla battaglia fatta in aula dal gruppo parlamentare del Partito Democratico – ha aggiunto Lupo – il governo Musumeci ha rinunciato alla decisione di ridurre di ben 11 milioni di euro il finanziamento destinato ai Comuni per l’esercizio finanziario 2021. In questo momento di grave crisi finanziaria l’impegno del governo Musumeci deve essere quello di ricercare risorse aggiuntive da destinare ai Comuni per garantire il mantenimento dei servizi essenziali ai cittadini. Il gruppo Pd all’Ars – conclude Lupo – ha sottoscritto un ordine del giorno con il quale impegna il governo della Regione a attivarsi presso il governo nazionale affinché vengano accolte le richieste dei sindaci siciliani”.

Il Parlamento regionale ha approvato, inoltre, l’emendamento presentato dal governo regionale su proposta dell’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, che ha autorizzato per l’esercizio finanziario 2021 l’importo di poco più di un milione di euro per le attività lavorative svolte dal personale di custodia finalizzate a garantire la regolare fruizione degli istituti culturali della Regione. In coda alla seduta è arrivato, col voto finale, è arrivato il via libera anche all’assestamento.

La polemica sulle assenze del governo in commissione

Nuova polemica all’Assemblea regionale. A sollevarla sono i deputati del Movimento 5 Stelle che fanno parte della commissione speciale per la verifica dell’attuazione delle leggi (di cui è presidente il leghista Carmelo Pullara). Quella – per intenderci – dove un paio di settimane fa è stata denunciata la sparizione della norma relativa ai 100 milioni destinati alle famiglie in seguito all’emergenza Covid: “Sui 98 inviti alle 30 audizioni delle commissioni dell’Ars fatte a partire da maggio 2021, solo sette volte gli assessori e lo stesso presidente della Regione hanno risposto presente, per il resto hanno dato buca, mandando a palazzo dei Normanni, quando è andata bene, loro rappresentanti” e “dimostrando, ove ce ne fosse bisogno, la scarsissima considerazione che questo governo ha del Parlamento”. Lo affermano Giovani Di Caro, Valentina Zafarana e Nuccio Di Paola.

Nella fattispecie: i più assenti risultano il vicepresidente Armao, che ha declinato 18 inviti in audizione; l’assessore Razza, con 15, e Musumeci, che disertato 11 volte (di cui 10 nelle vesti di assessore alla Salute ad interim). Ma anche gli altri non eccellono: Scavone si è presentato 2 volte su 15. Cordaro, Scilla e Falcone non pervenuti. “Comprendiamo – dicono i tre deputati – che gli assessori spesso non possano venire all’Ars a causa di impegni precedentemente assunti. Che non riescano a farlo mai, come avviene per la maggior parte di loro, però, lo comprendiamo molto, ma molto meno. La verità è che questo parlamento per il governo è spesso più un fastidio, che un ausilio”.

“La tabella sulle presenze, portata oggi all’Ars dal presidente della commissione Pullara – affermano Di Caro, Zafarana e Di Paola – dice che non sono pochi nemmeno i casi in cui gli assessori convocati non si sono nemmeno preoccupati di mandare propri rappresentanti, visto che questo è accaduto quasi una volta su 5, quando sarebbe già gravissimo se questo fosse accaduto anche una sola volta. Ci auguriamo che questo governo, per fortuna ormai all’ultima curva della legislatura, cambi marcia e nelle prossime occasioni mandi i suoi assessori ad ascoltare di presenza i problemi dei siciliani, di coloro cioè a cui poi andrà a chiedere il voto, non si sa con quale faccia”.