Quante storie per un’amichevole insulsa. Manco fosse Serie A. Ieri si è rivisto in campo il Palermo per il primo test stagionale. Il nuovo Palermo di Rosario Pergolizzi, Dario Mirri, Tony Di Piazza e compagnia cantante. Cinque giorni – il ritiro è iniziato lunedì scorso – sono bastati per farsi un’idea? Manco pe’ niente. La Serie D è poca roba, ma ancora meno la Promozione, la terza serie dei Dilettanti da cui proveniva il Castelbuono, vittima sacrificale dei rosanero. La partita per la cronaca è finita 5-0 e tra i protagonisti ci sono due ragazzi: il giovane Cristian Langella, che ha messo a segno il primo gol stagionale della nuova era, e il veterano Giovanni Ricciardo, che tutti dai tempi di Cesena chiamano “il bomber”, autore di una doppietta. Gli spunti finiscono qua. Il Palermo dovrà crescere e allenarsi. I dirigenti dovranno capire se la squadra è a posto così – d’altronde, è stata raffazzonata in pochi giorni – o se serve qualche modifica. Tra i vecchi non si è visto il più atteso: Mario Alberto Santana è rimasto in tribuna per delle fastidiose vesciche. Ma proprio dagli spalti arrivano le note più interessanti: a Petralia c’erano circa duemila persone. Sintomo di un interesse ritrovato su cui la nuova proprietà è abilissima a far leva. Ieri ha lanciato un sondaggio fra i tifosi per scegliere la maglia della prossima stagione: ad eccezione di un paio, le altre sono rivedibili. Ma è il marketing che avanza. La strada maestra del successo. Anche in Serie D, dove il bel calcio – francamente – non è di casa.