Tutti i paesi dell’entroterra e del Sud Italia si stanno ripopolando. Ombre note, tornano per riaprir bottega. Il chiavistello, la serratura, il cigolìo di una porta per troppo tempo chiusa. I moscerini estivi tenuti lontani dalla tenda a fili e dalla tramontana. Gangi, ad esempio, è sopra un monte, nel cuore della Sicilia, e sovrasta le campagne abbandonate. Abbandonate anche le strade, le piazze e i vicoli delle botteghelle. Lì i monelli si rincorrevano tutti i pomeriggi e nel saliscendi delle scale, s’intrecciavano alle tende davanti alle botteghe degli artigiani. Erano vite che si intromettevano, che passavano attraverso. Una mano che varcava la soglia di un mondo nuovo. Nuovo davvero.

Gli artigiani hanno votato, dal paradiso delle mani e degli antichi colori, per la resurrezione. Almeno loro hanno preso una decisione. In un’Italia in cui si procede a passo spedito verso l’estinzione, dei mestieri e delle arti, i volti degli uomini e delle donne che hanno popolato il vecchio paese, tanto caro alle dee Madri e forse non troppo a Zeus ,sono tornati perché delle loro storie non si perdessero le tracce e gli esempi. I paesi che sopravvivono alla civiltà del rumore, cesellati pietra per pietra, angolo per angolo, sono stati accompagnati da molte mani e molti volti che, svaniti dopo la vita, si consegnano all’immortalità del racconto.

Riapre così la giornalaia, la prima donna a specializzarsi nella vendita dei giornali e dei libri, che un tempo aspettava la corriera anche sotto la pioggia, e abbracciando i fogli li portava al sicuro nella bottega. Riaprono i Fratelli Piazza, titolari di una bottega, venditori di qualsiasi cosa, dall’ oro alla zappa. Riapre Santo Mantegna, che si alzava ogni mattina prima che il sole sorgesse dietro l’Etna. Tornato dalla guerra dopo sette anni. Specialista della resurrezione. Il padre, dopo averlo dato per disperso, vedendolo tornare si morse le mani per aver venduto il bestiame. Santo decise di aprir bottega. Il primo bar della piazza del paese, il caffè fu la rivoluzione. Lillo Parrinello e i fratelli Catinedda, barbieri e titolari di telefoni pubblici. Rosina e le sorelle Marraffa, Francesco Seminara detto Naschinu e i Fratelli Cocchiara. Su carta intestata battevano numeri e poesie. Vendevano panni e stoffe. C’era oltre al poeta qualche tenore. E poi un brulicar di persone.

Tutti i paesi dell’entroterra e del Sud Italia si stanno spopolando. Mancano gli artigiani, mancano le persone.
Apri le Botteghe, è un controcanto, un’ invocazione. Un’installazione nel centro storico di un paese, un paese come tanti del Meridione, che racconta una storia diversa, una storia d’opposizione. Tutte le botteghe che popolavano il centro storico sono scomparse. E con queste anche i numerosi abitanti. Riaprono idealmente le antiche botteghe, fatti di racconti, immagini e immaginazioni. Un percorso urbano che punta all’innovazione, e all’autoalimentazione. Tutti i racconti viaggiano sul web e vengono ampliati giornalmente dalle testimonianze dei ricordi, dalle immagini che vengono donate per la loro implementazione. Apri le Botteghe è una presa di posizione contro la rassegnazione, una richiesta di attenzione. Per visitare la prima bottega basta aprire questo link, www.unamontagna.com/aprilebotteghe. Per aprire tutte le altre e scoprire le loro storie, bisogna scostare la tenda. Bisogna tornare a Sud. Dove i miracoli esistono ed esiste anche la resurrezione.