L’aspetto più grottesco della vicenda è che tutti – tifosi, calciatori, nuovi proprietari – paghino e Zamparini no. Non essendo più tesserato, l’ex patron del Palermo, lo stesso che avrebbe truccato i documenti contabili per ottenere l’iscrizione ai campionati senza avere le necessarie carte in regola, non potrà essere processato dalla giustizia sportiva. Dalla giustizia ordinaria sì (dal 2 luglio in tribunale), ma adesso è il campo che conta. E il Palermo, a meno di clamorosi colpi di scena, in campo quest’anno non ci tornerà. Non per disputare gare ufficiali. Oggi riprendono gli allenamenti dopo il pareggio ottenuto domenica con il Cittadella, con l’umore sotto i tacchi. Il Tribunale della Federcalcio ha decretato la retrocessione della squadra in Serie C per un illecito amministrativo risalente agli anni scorsi (alla gestione 2014/17 per l’esattezza), il Consiglio della Lega di Serie B, contrariamente alle aspettative, ha deciso di dare il via ai playoff – si parte venerdì – senza attendere gli altri gradi di giudizio (la Corte d’Appello ed eventualmente il collegio di Garanzia del Coni). Il Palermo, che ha annunciato un ricorso d’urgenza al Tar del Lazio va punito hic et nunc. Molti, tra cui il nuovo presidente Alessandro Albanese, ritengono non sia giusto penalizzare in questo modo la città e i palermitani. Probabile. Ma da che pulpito arriva la predica se ad aprir bocca è Rino Foschi?

Quello stesso Foschi che è stato per anni il braccio destro di Maurizio Zamparini, fino a ereditarne la presidenza dopo la sfortunata parentesi degli inglesi di Sport Capital (che Zamparini e lo stesso Foschi avevano benedetto) non si era mai accorto delle nefandezze messe a punto dall’imprenditore friulano? Magari no, magari è stato poco sveglio. Ma adesso questa patina di moralismo appare fuori luogo e francamente inopportuna. Perché il Palermo – questo è un concetto che va chiarito una volta per tutte – è stato retrocesso in Serie C a causa della sgangherata gestione di Zamparini, che prese la società in B nel 2002 e dopo diciassette anni (conditi certamente da imprese titaniche) la lascia in C, nella categoria inferiore. Non c’entrano le ultime vicende societarie, che sono soltanto la logica conseguenza dello sconquasso messo a segno in passato. E Foschi è stato a lungo, assieme a Daniela De Angeli (storica collaboratrice di Zamparini, che la sua poltroncina se l’è assicurata anche adesso con Arkus al timone) è stato per troppo tempo il volto, consunto, di questo Palermo. Che avrebbe dovuto svoltare molti anni fa, invece è stato fatto precipitare nella polvere da interessi senza scrupoli.

Ecco cosa dice Foschi oggi, dopo la retrocessione d’ufficio in Serie C: “Non c’è niente da commentare, ma solo prendere atto che siamo un Paese particolare. Quello che abbiamo fatto quest’anno – afferma il neo direttore sportivo del club – ha dell’incredibile, abbiamo lavorato con grande serietà e professionalità. In estate abbiamo presentato un’iscrizione regolare, è stato fatto un grande lavoro, un mercato in attivo, abbiamo pagato tutti gli stipendi regolarmente, oggi mi sento molto amareggiato. Non ho una risposta a questa decisione, potevo capirla in caso di irregolarità nell’iscrizione al campionato, ma la Covisoc ha confermato che tutto era regolare. E’ una vergogna che arrivi una sentenza del genere che punisce una città intera, una tifoseria e il nostro lavoro. L’azienda calcio è un’azienda che produce, è importante per il Paese. Palermo è la quinta città d’Italia, non si può subire questo trattamento. I prossimi gradi di giudizio? Resto fiducioso, ma in questo paese non credo più a niente”.

Ma al Palermo quest’anno ne sono successe davvero di tutti i colori. Zamparini costretto a sbarazzarsi della sua creatura mentre finiva ai domiciliari. L’arrivo degli inglesi, salutati come “salvatori della patria”, che non riuscirono a colmare un solo euro dei debiti pregressi. La gestione fiduciaria di Foschi e della De Angeli. L’intervento economico di Dario Mirri per impedire una forte penalizzazione in classifica. Vari tentativi di cessione andati a vuoto (Follieri, Preziosi, York Capital). Quando il peggio sembrava alle spalle e Arkus Network rilevava la società, ecco la Serie C. Zamparini e la sua gestione sono lo spirito immanente di questa società. Incarnato da Foschi e della De Angeli: che hanno visto le peggiori cose e adesso si aggrappano ai ricorsi, alle invettive e alla sete di giustizia. Come fossero esenti da colpe. Invece sono più coinvolti che mai in questa sciagura. Purtroppo.