Nelle discariche non si può più abbancare una spilla. Dopo la saturazione di Bellolampo, che ha costretto i compattatori della Rap a percorrere in lungo e in largo la Sicilia per conferire i rifiuti palermitani, anche la discarica di Lentini – quella della Sicula Trasporti – chiude i battenti. Lasciando fuori dalla partita dell’indifferenziata circa 150 comuni, tra cui Catania. Si rischia il disastro. La Regione, però, ha scelto la soluzione più facile: spedire i rifiuti fuori. L’avviso pubblico esplorativo fatto in questi giorni dal Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti, serve all’individuazione di operatori economici che svolgano attività di trasporto, recupero e/o smaltimento di rifiuti al di fuori del territorio regionale. Anche Musumeci, in una un’intervista, ha confermato che è l’unica via praticabile. Almeno nel breve termine. Per i Cinque Stelle, invece, è “la plastica dimostrazione del fallimento delle politiche del governo anche in questo settore”. Noi ne abbiamo parlato con Giampiero Trizzino, deputato regionale e facilitatore nazionale del M5s per le politiche dell’ambiente.

I rifiuti saranno portati fuori dalla Regione: considerata l’imminente chiusura della discarica di Lentini, esisteva un’alternativa più pratica? Cosa accadrà, nelle more, ai rifiuti dei 150 comuni che, dal 30 aprile, non potranno più essere conferiti in contrada Grotte San Giorgio?

“Non ci voleva un genio per capire che la discarica di Lentini avesse le ore contate. Bastava leggere i registri di carico e scarico e la capienza residua, per sapere che senza un intervento tempestivo sarebbe arrivata al collasso. La domanda piuttosto dovrebbe essere: cosa ha fatto l’assessorato regionale ai rifiuti in tutto questo tempo, visto che il suo ruolo è proprio quello di monitorare i flussi? Volendo accantonare la polemica, va detto che la soluzione di spedire fuori Regione i rifiuti, per quanto sbagliata e mai condivisibile (oltre che, per certi versi, illegittima) resta per il momento l’unica soluzione. Certo, fa specie leggere della decisione di spedire fuori i rifiuti, a meno di una settimana dalla pubblicazione in Gazzetta del Piano regionale dei rifiuti. È una dichiarazione di fallimento”.

Chi pagherà trasporto e conferimento fuori? I cittadini attraverso la TARI o la Regione?

“Ho letto di una improbabile e alquanto bizzarra possibilità di utilizzare i fondi europei. Mi auguro sia una bufala, perché in nessun caso i fondi europei, di qualsiasi natura, possono mai essere impiegati per gestire una emergenza che, tra l’altro, è stata generata dalla inadempienza della pubblica amministrazione. Detto questo, è evidente che trasportare i rifiuti fuori dalla Sicilia avrà dei costi. Costi spropositati che si aggirano intorno a 250/300 euro a tonnellata ed è evidente che queste maggiorazioni verranno ripartite sulle spalle dei cittadini con l’aumento della TARI. D’altronde i Comuni da qualche parte questi soldi dovranno prenderli e l’unica possibilità è la tassa dei rifiuti”.

Qual è la proposta alternativa del Movimento 5 Stelle?

“Va detto prima di ogni cosa che noi a questo punto non ci saremmo mai arrivati e le carte che negli anni abbiamo depositato lo dimostrano. Chiaramente adesso, con le discariche al collasso, l’unica ipotesi percorribile è quella di allentare la presa inviando i rifiuti fuori, ma non certo per un anno come viene ipotizzato dal governo. Dovrebbe essere una soluzione tampone che non superi due-tre mesi al massimo, il tempo di riaprire gli impianti siciliani”.

Perché siamo già alla vigilia di una nuova emergenza? Cosa non è stato fatto e cosa non ha funzionato nell’azione del governo?

“E’ inutile prendersi in giro, anche perché i fatti lo dimostrano: non è stato fatto niente sul fronte della gestione dei rifiuti. Quattro anni di nulla. Gli impianti sono gli stessi del 2017, anzi ad onor del vero sono di meno, visto che molti sono al collasso. La tanto decantata riforma sulla governance è ferma all’Assemblea regionale e il Piano dei rifiuti, che avrebbe dovuto rappresentare l’atto più importante della programmazione si è dimostrato, a meno di una settimana dalla sua pubblicazione, carta straccia”.

Musumeci ha scaricato sulle SRR le responsabilità della carenza di impianti.

“Musumeci mente sapendo di mentire. La responsabilità degli impianti è della Regione. Lo dice la legge e lui lo sa. Ma è troppo comodo dare la colpa a qualcun altro. Lo ha già fatto con i Comuni, quando li ha colpevolizzati di non fare abbastanza per la raccolta differenziata, dimenticando (o facendo finta di dimenticare) che per quanta raccolta differenziata possa fare un Comune, se non costruisci gli impianti dove conferirla, è solo tempo sprecato”.

A proposito di impiantistica, quanto e come può incidere “questo” Piano dei rifiuti?

“Zero. E a dirlo non sono io, ma il fatto che a meno di una settimana dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, viene dichiarato uno stato di emergenza di ben 12 mesi con il quale si impone di spedire i rifiuti fuori dall’Isola. Senza contare che stiamo parlando di un Piano i cui dati risalgono al 2018, cioè vecchi di tre anni. In altre parole, un documento assolutamente inutile e sul quale ho forti dubbi che Bruxelles possa dare il nulla osta per lo sblocco dei fondi UE”.

Musumeci ha anche detto che la Regione è pronta a pubblicare un bando, per conto delle SRR, con cui valutare eventuali manifestazioni d’interesse per la realizzazione del primo termovalorizzatore. Il M5s è sempre stato contro, ma a questo punto le chiedo: meglio un inceneritore piuttosto che niente?

“Questa ulteriore azione dimostra, ancora una volta, il fallimento del Piano dei rifiuti. Mi spiego meglio: è il Piano dei rifiuti che può prevedere la possibilità di costruire uno o più inceneritori e questa opzione non è presente nel Piano dei rifiuti di Musumeci. Il fatto che ad una settimana dalla sua pubblicazione, lo stesso Musumeci ne chieda la modifica, dimostra quanto sia inutile questo documento. Ciò detto, chi propone la termovalorizzazione come soluzione alla emergenza, dimostra una scarsa conoscenza del problema.

Quindi la sua risposta è “meglio niente”…

“L’emergenza va affrontata nell’immediato e con strumenti che possono essere adoperati già domani. Per costruire un termovalorizzatore, invece, ci vogliono anni. E poi, mi perdoni, ma Musumeci non era quello che voleva togliere le mani dei privati dal business dei rifiuti? Ma lui è davvero convinto che la Regione abbia la forza economica di costruire un termovalorizzatore? Mi viene quasi da ridere al pensiero. Non sono riusciti a fare un buco a terra per la settima vasca di Bellolampo in 4 anni e vogliono farmi credere di essere capaci di costruire un termovalorizzatore in una settimana? È evidente che se mai Musumeci dovesse autorizzare un termovalorizzatore, di certo sarà per opera di un privato”.

Martedì scorso è scaduto il termine per gli emendamenti sul Ddl Rifiuti: rispetto al documento di partenza e ai rilievi dell’ufficio studi dell’Ars, quali sono le modifiche richieste dal M5s? Pensa che l’Ars riuscirà a partorire una buona riforma?

“Dopo quattro interminabili anni di tira e molla sulla riforma, sono arrivato alla considerazione che questo disegno di legge non lo vuole neppure la maggioranza. Io sono convinto che non arriverà da nessuna parte proprio perché i partiti che sostengono Musumeci non sono più interessati. L’opposizione in questa partita non tocca palla. Non credo proprio che vedrà la luce in questa legislatura”.

Prima valutazione sull’operato dell’assessore Baglieri. E’ stato un azzardo la sostituzione di Pierobon? 

“Auguro al nuovo assessore di smentirmi, con i fatti, su ogni dichiarazione che ho affermato in questa intervista. Glielo auguro perché mi sono stancato di dovere ripetere sempre le stesse cose. In merito al precedente assessore, credo sia stato uno sbaglio sostituirlo. Aveva iniziato un percorso. Sarebbe stato giusto per rispetto, prima alla sua persona e poi al suo lavoro, lasciarglielo completare”.