Di Maio padre ai suoi operai, Dolce & Gabbana ai cinesi, Macron alla Francia o Fedez alla lattuga del Carrefour. A reti unificate o postate su Facebook e Instagram, le pubbliche scuse in forma di video sono il format dei nostri tempi. Raccontano bene il terrore della perdita del consenso, la dittatura del giudizio degli altri, la cultura del politicamente corretto, il trionfo assoluto della logica dei reality, della gogna e della tirannia dell’onestà, con tutta la valanga penitenziale che ne consegue… L’articolo completo su ilfoglio.it