La prima parte della storia è che lo sciopero dei benzinai è confermato, nonostante i tentativi di disinnescarlo. Il primo, a neanche cento giorni dalla nascita del governo Meloni, quando solitamente la notizia è la luna di miele dei neo-arrivati, confermata dall’impulso e dall’entusiasmo dei primi atti e provvedimenti. E invece la protesta, che rompe il clima di sonnacchioso indecisionismo tra promesse e dure repliche del principio di realtà, è resa più fragorosa perché parte proprio dall’“interno” del blocco sociale che regge il governo. Rivelatrice della prime, non banali contraddizioni e dei primi focolai di insoddisfazioni. Con il rischio di un effetto a catena, venuto meno il tabù della rottura verso un governo percepito da queste categorie come una bandiera: prima i benzinai, poi gli autotrasportatori, poi i tassisti. Continua su Huffington Post