Renato Schifani ha una sua storia e una sua statura politica. E’ stato presidente del Senato, è stato eletto alla presidenza della Regione con oltre il quaranta per cento dei voti e ha tutte le carte in regola per vivere i prossimi cinque anni di luce propria. Che bisogno ha di sottolineare la continuità della sua azione politica con il governo di Nello Musumeci? Oggi la Corte dei Conti, non ha neppure ceduto alla misericordia della parifica e ha dato su quel governo giudizi di fuoco: ha demolito i bluff contabili dell’ex assessore al Bilancio, ha scritto la parola “irregolarità” su molti capitoli di spesa e ha sollevato pesantissimi dubbi sullo stato patrimoniale dell’intera Regione. Un disastro. Sul quale ci sono le impronte digitali di Armao, di Musumeci e di tutti gli altri campioni dell’onestà-tà-tà. Gentuzza da dimenticare, presidente. Non da imitare.