Le prime avvisaglie arrivano da Palermo, dove Italia Viva ha sfilato la sedia a Orlando da sotto le terga. Mettendolo spalle al muro (la maggioranza si è vaporizzata su Ztl e pedonalizzazioni), a causa dei pessimi rapporti con l’estrema sinistra di Giusto Catania. Ma questa manovra potrebbe avere un effetto domino anche alla Regione, dove i renziani si trovano – spesso – su posizioni avverse rispetto a Pd e Movimento 5 Stelle. A svelare i piani futuri del partito ci ha pensato il capogruppo al Senato di Italia Viva, Davide Faraone, con un’intervista a Repubblica: “Vogliamo un laboratorio per aggregare tutti i moderati e i riformisti che in questo momento stanno in maniera innaturale in coalizioni diverse. Vorremmo mettere insieme forze che in questo momento non sono nostre alleate – continua Faraone – come Forza Italia, l’Udc e gli autonomisti, ma anche forze che lo sono. Per esempio Pd e Movimento 5 Stelle se prevarranno le anime più progressiste e coraggiose”. Il braccio destro di Matteo Renzi fa dei distinguo ben precisi: “Non mi piace chi sposa l’anima che nei Cinquestelle è rappresentata da Alessandro Di Battista, giustizialista, assistenzialista, no Mes, no Europa. Nel Pd è possibile questa deriva, visto che molti mettono quell’alleanza davanti a tutto. Noi vogliamo un asse moderato-riformista contro populisti e sovranisti e poi più lotta alla mafia e meno professionisti dell’antimafia