Nella vita ci sono le occasioni. Il senatore Salvini, in circostanze ormai più che imbarazzanti, ne ha ora una. Si è ficcato dove non doveva, con un atto benevolente ma plateale, esibizionistico, al confine tra Polonia e Ucraina. Confidente nel messaggio su “aiuti e pace”, sfacciato, ha preso posto dopo un viaggio di propaganda pacifista vicino a un sindaco polacco al quale chiedeva un pass per la sua nuova identità di partigiano della pace a due passi da chi ha scatenato la guerra in Europa, e questi gli ha rinfacciato la maglietta con il volto idolatrato di Putin, gliela ha lasciata sul microfono del piccolo podio comune con un gesto raro di disprezzo e di castigo e lo ha abbandonato ai suoi balbettamenti e ai suoi pensieri affranti di reietto della comunità internazionale. A questo punto non ha più senso per lui, verso il quale sarebbe anche assurdo nutrire sentimenti meschini di vendetta, insistere. Uno sputtanamento così radicale richiede misure estreme. Continua su ilfoglio.it
Giuliano Ferrara per Il Foglio
in Buttanissimi Extra
Salvini al confine con l’Ucraina Un clown triste e sconfitto
matteo salvinipoloniaucraina
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