Il primo passo verso la riprogrammazione dei fondi extraregionali (Fesr e Poc) è stato compiuto alla fine della scorsa settimana, quando la giunta Musumeci ha approvato una delibera che prevede una rimodulazione per 400 milioni di euro. E’ soltanto la prima, ricca tranche dato che la legge di Stabilità votata in aula lo scorso 2 maggio vale 1,4 miliardi. Per fare in modo che diventino soldi “veri”, si attende il parere delle commissioni Ue e Bilancio dell’Ars e, in seguito, il via libera del Dipartimento alla Coesione territoriale di Roma e di Bruxelles. La tempistica è ancora incerta.

Pur tuttavia, qualche dato finalmente emerge. In prima istanza, una nota di palazzo d’Orleans aveva annunciato interventi a favore di scuole, imprese e operatori economici, e così sarà. Una buona parte del malloppo servirà ad acquistare materiale per la didattica a distanza (15 milioni), per potenziare le sedi scolastiche (25; per combattere la dispersione scolastica (20). La fetta di torta destinata alle imprese, invece, contempla 255 milioni di aiuti (dei quali 80 passeranno da Irfis e 40 dalla Crias). Le imprese danneggiate dal “lockdown” e che hanno urgente bisogno di liquidità possono rivolgersi anche a Banca Intesa per avere prestiti fino ad un massimo di 100mila euro, usufruendo di un notevole abbattimento del costo del denaro. Avranno diritto, infatti, ad un contributo regionale a fondo perduto, pari ad un minimo del 5% dell’importo (fino a 5 mila euro), che sale all’8% (fino a 8 mila euro) se il preammortamento è di almeno 12 mesi.

In rampa di lancio anche i famosi 75 milioni per la promozione turistica, di cui una parte destinata all’acquisto di voucher. Ma anche in questo caso, con l’estate già cominciata, bisognerà attendere agosto per usufruirne. Ovviamente, dato che si tratta di una riprogrammazione di somme già destinate ad altri capitoli di spesa, qualcosa dovrà saltare: a risentirne saranno soprattutto gli investimenti destinati all’innovazione tecnologica, a programmi per il wi-fi pubblico e per l’export. E poi le infrastrutture: salta, per ora, il finanziamento del raddoppio ferroviario fra Ogliastrillo e Castelbuono e dell’anello ferroviario di Palermo. Così come l’investimento da 110 milioni per il porto di Gela.

Il governo, per onorare il patto di finanza pubblica con lo Stato (che prevede un contributo da un milione l’anno) va a pescare anche altrove: tagliati 20,7 milioni non ancora utilizzati per le strade secondarie, 50 milioni per i contratti di sviluppo e varie altre voci, fra le quali i finanziamenti ai beni culturali, e oltre 24 milioni per il contrasto del rischio di frane. Ma anche 14 milioni per le aree complesse di Gela e Termini Imerese e numerosi capitoli delle Attività produttive, risucchiate dall’assessorato all’Economia a parziale copertura del deficit. Rinunce corpose – che riguardano progetti non ancora esecutivi – riguardano pure l’assessorato alle Infrastrutture e quello all’Energia.