Uno però se lo deve anche immaginare. Stava a casa. Latitante. A Campobello di Mazara. Annoiato come una casalinga di Sex and the City (di cui non a caso aveva il cofanetto dei dvd). Perciò, dopo essersi sparato i cinquanta libri che aveva in camera da letto, tra cui un’assai dubbia biografia di Vladimir Putin, la sera che faceva secondo voi Matteo Messina Denaro? Ma accendeva la televisione, ovviamente. Come tutti. Stravaccato sul divano. Tipo Maccio Capatonda, il comico interprete del film “Italiano medio”. Come Carlo Calenda, senza calzini.

Ed ecco allora il bagliore della tv a rischiarare il soggiorno. Rete4, Rai3, La7. Ecco Mario Giordano, Bianca Berlinguer, Marco Travaglio, Alessandro Orsini… Tutti modelli di informazioni oneste e di coscienziosi ragguagli. Così, il vecchio pluriomicida, il capomafia che ordinò di ammazzare e sciogliere nell’acido Giuseppe Di Matteo, un bambino di dodici anni, inorridiva scandalizzato per i morti “causati da Zelensky”. E discuteva di politica estera con una sua amica. Anzi, discuteva proprio di geopolitica. Su WhatsApp. E lo faceva nei termini in cui se ne discute in tv. “So che tu sei pro Ucraina”, le diceva. “Io invece sono pro civiltà”, precisava.

“Ma gli ucraini hanno torto”, premetteva. “Il primo di tutti è questo pseudo presidente Zelensky che sta facendo morire un sacco di civili per fare il megalomane”. Quindi, per convincerla, l’assassino di Capaci le mandava anche i link degli interventi di Michele Santoro in tv. “Non è Putin che vuole mettere i missili in America, è il contrario: sono gli americani che vogliono mettere i missili da Putin”. Un po’ Diego Fusaro e un po’ Alessandro Di Battista. Parole in libertà (provvisoria).

Con l’unica differenza che quelli parlano in tv a getto continuo, mentre il boss annoiato comunicava i suoi pensamenti a tarda notte, accasciato sul divano di casa, e cercando probabilmente di sedurre questa sua interlocutrice. Con un’aria da grande saggio. “Devi tenere conto che io ormai ho un’età vetusta”, le diceva. “Non ho vissuto nel salottino con le ciabatte”, ammiccava. “Io sono un tipo che il mondo lo ha calpestato, anche malamente”, quasi confessava. “Io la vita l’ho vissuta, quindi ne ho di esperienza”. Ecco. Tipo Orsini: “Sono un esperto in rivoluzioni e un esperto in repressioni. E so esattamente quali tasti premere. Io vi muovo e vi faccio andare nelle direzioni che io reputo opportune”.

A chi non è venuto di pensare: “Se questo qui ha tanta fortuna sparando scemenze, perché non ci devo provare anche io”? Ecco. Lo deve aver pensato anche Messina Denaro. Al punto d’avere adottato, con la sua amica, pure l’intercalare tipico del tele-radio complottista: “Questo in televisione non lo dicono”. Formula di geniale surrealtà pronunciata dai mattocchi del talk-show mentre parlano senza sosta in televisione di quelle cose di cui però, secondo loro, non parla mai nessuno. Per farla breve, il prossimo passo è tirare fuori Matteo Messina Denaro dal 41-bis per rinchiuderlo tosto nella gabbia di un bel talk-show. Il posto suo. Peccato che si sia vaccinato tre volte. Unica pecca.