Ora che il Covid ha allentato la sua presa funesta, sarebbe opportuno che il Comitato tecnico scientifico si occupasse di un virus che da tempo aggredisce anche le menti più brillanti. E’ il virus dell’imbecillità. Il bollettino dei contagi potrebbe aprirsi con Luigino Di Maio. Il leader dell’antipolitica, portato al governo del Paese dai vaffa di Beppe Grillo, ha scritto un libro con un titolo certamente stupefacente: “Un amore chiamato politica”. Il virus è riuscito a penetrare pure in Sicilia. Due ameni deputati regionali, spinti all’Ars dagli stessi allegrissimi vaffa, hanno montato una inutile manfrina per entrare a Sala d’Ercole senza Green Pass e affermare il principio che – come i porcellini della fattoria di Orwell – i grillini sono più uguali e possono non rispettare le regole. Il virus gli ha dato alla testa, ma non c’è un vaccino che possa guarirli.