C’è grande fermento in Forza Italia. L’incontro di venerdì scorso tra Gianfranco Miccichè e Matteo Renzi ha segnato l’inaugurazione di un ponte fra i due partiti, che dovrebbe tramutarsi in un’alleanza strategica per le Amministrative di Palermo e per le prossime Regionali. Il patto, che verrà annunciato ufficialmente nelle prossime ore, prevede una collaborazione all’Ars fra i due partiti, senza alcuna fusione a freddo. I tre deputati renziani – Edy Tamajo, Nicola D’Agostino e Pippo Laccoto – manterranno la sigla del gruppo parlamentare (Sicilia Futura-Italia Viva), pur riconoscendo la leadership di Gianfranco Micciché. Che dal canto suo s’impegna a non smontare la creatura dell’ex premier, ponendo così le basi per una collaborazione duratura. L’ha confermato Nicola d’Agostino, intervistato da ‘La Sicilia’: “Pensiamo a riequilibrare le forze in campo rafforzando la posizione di Forza Italia: la prevalenza delle posizioni populiste e sovraniste oggi è sbagliata e perdente”. Ma, ha rassicurato D’Agostino, “non c’è nessuna annessione. Le dinamiche del centrodestra le seguiamo, ma non ci appartengono. Il gruppo di Sicilia Futura-Italia Viva rimane all’opposizione di Musumeci”.

Il presidente della Regione, forse, ci vede già qualcosa di sinistro. Intercettato dai cronisti a margine di una conferenza stampa su altri temi, ha subito bollato l’iniziativa: “Mi fa piacere che ci sia fantasia creativa in politica, ognuno ha il diritto di esprimerla”. In realtà l’intento di Gianfranco Micciché, oltre che rafforzare il suo partito, emerge più chiaramente da un’altra intervista, rilasciata al Mattino di Napoli: “Forza Italia Viva, come ho letto da alcune parti, non esiste. Almeno non ancora. Renzi ha assicurato che ci darà una mano – ha poi affermato il leader forzista -. Poter avere il sostegno di tutti, magari anche di Calenda o di Più Europa può servire. Si spostano loro verso di noi però”. Per il presidente dell’Assemblea regionale dell’isola, “oggi vincono i moderati, gli uomini del fare come Mario Draghi”. Mentre “con la politica urlata di Salvini e Meloni non si va da nessuna parte. Non voglio sfasciare niente – ha precisato Micciché parlando della sua coalizione – ma è chiaro che in questo momento il centrodestra è in imbarazzo con questi due fanciulli un po’ arrembanti che litigano sempre”.

Il meccanismo di difesa rispetto ai sovranisti è scattato. Ora bisognerà recuperare le adesioni. Mentre Musumeci, vicino a un accordo con Fratelli d’Italia, già scalcia. A questo punto è sempre più complicato garantirsi un pass per la ricandidatura. Il rischio di spaccare la coalizione esiste eccome.