Al termine del dibattito sulla questione finanziaria andato in scena mercoledì all’Ars, Nello Musumeci era quasi avvilito per il comportamento dei deputati, che anziché approfondire sul tema all’ordine del giorno – la questione finanziaria, appunto – hanno preferito “vomitare veleno sul governo della Regione”. Il massimo inquilino di palazzo d’Orleans ha tirato le orecchie persino al presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, reo di non saper valutare la pertinenza degli interventi, ma ha fatto a meno di rispondere a una delle domande che gli sono piovute addosso dai banchi del Movimento 5 Stelle. Nella fattispecie da Nuccio Di Paola. Il quale, criticando la relazione di Musumeci, che fra i dati snocciolava un risparmio di 1,6 milioni di euro per la rescissione di alcuni contratti di locazione, ha portato all’attenzione dell’aula un fatto molto strano: secondo Di Paola, infatti, la Regione sarebbe in ritardo col pagamento degli affitti per uno stabile preso in sub-locazione a Palermo, in via Tahon di Revel, dove sono conservati alcuni server. L’arretrato, cumulato a partire dal 2015, sarebbe di quattro milioni di euro, come evidenziato dal deputato grillino in un’interrogazione di cui è primo firmatario.

Di Paola, ci faccia capire. La Regione occupa dei locali ma non paga il proprietario dello stabile?

“Farò una richiesta di accesso agli atti per vederci più chiaro. Lo stabile di via Tahon di Revel, comunque, è in affitto a Sicilia Digitale. La Regione è in sub-locazione, e mi risulta occupi già da tempo il piano interrato e il piano terra. Qui si trovano i server della Regione, che contengono dati e consumano un sacco di corrente. Mentre al secondo piano ci sarebbe l’Arit, l’autorità regionale per l’innovazione tecnologica”.

Dove sarebbe l’anomalia?

“Che la Regione non paga né l’affitto né le utenze, e avrebbe accumulato un debito da 4 milioni nei confronti di Sicilia Digitale. Bruscolini rispetto al disavanzo da 400 milioni. Ma quattro milioni oggi, quattro domani, il prossimo governo si troverà di fronte a un bel debito e darà la colpa a quello che l’ha preceduto. Esattamente quello che avviene oggi con Musumeci e Armao. E c’è un altro aspetto”.

Ci dica.

“Nella relazione di Armao, si fa riferimento a un risparmio da 1,6 milioni di euro per la dismissione di quindici locazioni. Ma di fronte a un ulteriore debito da 4 milioni, quella relazione non è più veritiera. Anziché un attivo da 1,6 milioni, ci ritroveremmo un passivo di poco inferiore ai due milioni e mezzo. E’ una forma di traccheggio. E se ci fossero altri casi di sub-locazione non dichiarati? Non si può continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto”.

Perché Musumeci non ha risposto alle sue domande?

“Non lo so. Ma avverto puzza di bruciato. Vorrei vedere la documentazione completa e leggere gli accordi con Sicilia Digitale. E poi sapere se Armao è a conoscenza di questa storia. Sospetto che lo sia. Un anno fa, in commissione Bilancio, accennava al trasferimento di questi server in un altro stabile. Prima di fare un ulteriore passaggio che comporta spese a carico dei siciliani, possiamo capire perché questo debito non viene fuori da nessuna parte? E se costa meno sistemare gli uffici di via Tahon di Revel o prenderne di nuovi?”.

Dopo il caso della password smarrita e della storia del censimento da 110 milioni, non si fida più dell’assessore all’Economia?

“La relazione sui conti ha delle falle enormi. E a me, che non sono un tecnico, è bastata una breve ricerca per dimostrarlo. Se ha mentito su questa cosa potrebbe aver mentito su tutto. Mercoledì mi aspettavo che venisse in aula e presentasse le dimissioni. Ma ho solo visto Musumeci rispondermi in politichese e lui rimanere al suo posto”.

Nonostante l’inchiesta della commissione Antimafia, sullo scandalo del censimento di Sicilia Patrimonio Immobiliare non si muove granché. C’è la tendenza, anche qui, a dimenticare…

“Noi ci stiamo lavorando. Ho fatto una richiesta di accesso agli atti per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori e siamo in attesa di risposte. E poi vorrei vedere il contenuto di questo server. Tutti dicono che i dati siano inservibili. Io voglio capire il motivo. Se vanno “semplicemente” aggiornati, capiremo come farlo. Se, invece, sono inservibili perché nessuno riesce ad aprirli, la questione cambia ed emergerebbero responsabilità importanti. Vuol dire che tu, dopo aver realizzato un lavoro pagato a peso d’oro, hai perso le competenze e il know-how per leggerlo”.

Armao e Musumeci dicono che stanno riducendo il disavanzo e anche le agenzie di rating sembrano premiare il lavoro di risanamento. Secondo lei è cambiato qualcosa rispetto all’esperienza del governo Crocetta?

“Secondo me no. In maniera assoluta. Lo spartiacque sarà la data del 13 dicembre, quando è in programma il giudizio di parifica della Corte dei Conti. Al di là di quello che dicono Musumeci e Armao, questo governo sta lavorando esattamente come quelli che l’hanno preceduto. Di alcuni faceva parte anche l’attuale assessore all’Economia”.

Quale sarebbe l’elemento di continuità?

“Nascondere alcuni debiti per farli venire fuori al prossimo giro. Dubito che si sia portata a termine questa famosa operazione-verità sui conti. In aula hanno sostenuto che persino i servizi sanitari sarebbero migliorati: chiedano ai siciliani se è così. Gli ospedali, soprattutto quelli di frontiera, sono abbandonati a se stessi. Musumeci dice di non regalare sogni, ma di offrire soluzioni pratiche. In due anni non ne ho viste”.

Un risparmio importante, di 8 o 9 milioni, potrebbe arrivare dal taglio dei vitalizi agli ex parlamentari adottando il modello Fico. Ma Forza Italia e il Pd hanno studiato un’alternativa molto più soft. Siete disposti a venirvi incontro?

“I vitalizi costano alla politica siciliana 18 milioni l’anno. Io capisco tutto – che non si vogliano toccare i diritti acquisiti o danneggiare i più anziani – ma sono certo che una buona fetta di questi 18 milioni si possono tagliarli. Musumeci, anche se a me sembra propaganda, spinge per il taglio, ma buona parte della sua coalizione intende lasciare tutto com’è. A me pare un gioco delle parti per confondere i cittadini. L’unica forza politica che sta spingendo nella giusta direzione è il M5s. Tutto il resto è illusionismo”.

Non mi ha detto se siete pronti a ritrovarvi a metà con la proposta di Cracolici.

“Noi da tempo siamo seduti in commissione vitalizi con due componenti che stanno facendo di tutto per concertare al meglio questi tagli. Più disponibili di così… Troviamo una soluzione univoca, che non sia un’illusione”.

Sui social ha rimarcato più volte che le spese per la tenuta di Ambelia non la convincono…

“Ho detto che ogni giorno un siciliano si sveglia e sa che ci saranno altri milioni di euro da parte di Musumeci per finanziare i cavalli e la tenuta Ambelia. Ma io non ho niente contro il movimento ippico. Solo che in una fase storica di difficoltà, in cui lo stesso governatore ha annunciato che la Regione sarà in esercizio provvisorio per due mesi, non capisco come i siciliani possano interpretare questo genere di segnali. A fronte delle mancate risposte sul teatro Bellini, sui musei e i siti archeologici chiusi, ai precari che gravitano nei bacini della Regione… qual è il primo pensiero di Musumeci? Finanziare Ambelia. Così dai l’impressione di fregartene. Non è l’atteggiamento tipico del buon padre di famiglia”.