Saranno circa 30 i carri armati Abrams che l’amministrazione Biden si prepara a inviare in Ucraina. Secondo fonti americane, la Casa Bianca potrebbe darne annuncio ufficiale già questa settimana, dopodiché serviranno alcuni mesi per addestrare le truppe e i tempi della consegna effettiva non sono ancora chiari. Fatto sta che la svolta degli Stati Uniti, finora riluttanti a mandare i propri carri al fronte contro la Russia, concede alla Germania quella cornice internazionale che Olaf Scholz ha sempre posto come condizione per cedere i Leopard tedeschi a Kiev. Senza più indugi, il cancelliere annuncia già oggi la decisione di inviare 14 carri in Ucraina. “Nel giro di tre mesi” i carri ‘made in Germany’ saranno al fronte, dice il ministro della Difesa Boris Pistorius. Berlino ha vinto la sua partita a scacchi in ambito Nato. Washington l’ha persa, mostrando errori di comunicazione, titubanze motivate con spiegazioni che si rivelano inconsistenti alla luce dell’ultima inversione a ‘U’ sugli Abrams. Ma intanto la Nato si ricompatta sui carri armati di moderna produzione, pur tra gli interrogativi sul futuro del conflitto, che restano. Mosca torna a minacciare: la consegna degli Abrams e dei Leopard all’Ucraina porterà “altre sofferenze al paese e maggiori tensioni sul continente”. Continua su Huffington Post