Un ringraziamento a tutti volontari di protezione civile impegnati in Sicilia in questa stagione caratterizzata dalle emergenze incendi e Covid. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, oggi pomeriggio ha accolto a Palazzo Orlèans il capo della protezione civile nazionale Fabrizio Curcio per incontrare una quarantina di operatori, in rappresentanza delle 33 colonne mobili provenienti da fuori regione e delle organizzazioni di volontariato siciliane più rappresentative nell’attività di spegnimento incendi. Presente anche il direttore generale del dipartimento della protezione civile regionale, Salvatore Cocina.

“Ho voluto ringraziare le squadre accorse da diverse parti d’Italia per sostenere il nostro personale nella lotta all’infernale fronte degli incendi – ha detto Musumeci – ma un sincero ringraziamento va anche alle risorse umane regionali della forestale, della protezione civile, agli amministrativi e ai funzionari, ai sindaci. A tutti coloro che sono riusciti a fare rete affinché i danni di una calamità, che non si conosceva in queste dimensioni, potessero essere contenuti. Facciamo esperienza per il futuro. Stanno cambiando il clima e i comportamenti dell’uomo. Perciò dobbiamo sederci attorno a un tavolo, Regione e Stato, e capire cosa serve. Noi – ha concluso il governatore – faremo la nostra parte in termini finanziari e di organizzazione interna. Ma serve l’intervento di Roma”.

“Grazie a chi è venuto da fuori – ha aggiunto Curcio – così come ai siciliani che sono andati in altre parti d’Italia in differenti occasioni di bisogno. Alla luce delle emergenze in corso è necessario approfondire una riflessione sulla formazione del volontariato, su come affrontare la difesa del bosco, ma anche accrescere le occasioni di gemellaggio e favorire la contaminazione di diverse esperienze. Sono fiducioso e faremo quanto necessario perché tutto questo avvenga”.

Una seduta straordinaria all’Ars: sì di Micciché

Il tema degli incendi sarà al centro di una seduta dell’Assemblea regionale subito dopo Ferragosto. Il presidente Gianfranco Micciché ha sostanzialmente dato il via libera alla richiesta delle opposizioni, che qualche giorno fa avevano chiesto la convocazione di una seduta urgente “per discutere dell’emergenza incendi che sta devastando l’Isola e per capire cosa ha intenzione di fare l’esecutivo Musumeci, oltre a dichiarare lo stato di crisi e d’emergenza e a mettere qualche piccola toppa a devastazione ampiamente compiuta: occorre individuare di chi sono le responsabilità e quali misure di prevenzione dei roghi sono state ignorate”.

A Sala d’Ercole nel frattempo sono in corso i lavori per la sistemazione dei microfoni ai banchi dei deputati che in questo modo, data l’emergenza Covid, potranno evitare di alzarsi per parlare dal pulpito. Miccichè ha anche risposto all’accusa dei Cinque Stelle, che parlavano di “imbarazzi nella maggioranza”, spiegando che “le maggioranze in Sicilia sono in imbarazzo da una trentina d’anni. Dobbiamo riunirci e cercare insieme delle soluzioni, ma quella dei roghi è un’emergenza che hanno dovuto affrontare tutti i governi almeno dell’ultimo trentennio”, ha detto a Repubblica il massimo inquilino di palazzo dei Normanni. “L’annuncio tronfio del governo – segnala Stefania Campo (M5s) – è stato quello di aver messo in campo la più grande flotta antincendio della storia. Nella realtà, continuiamo ad affittare elicotteri invece di acquistarli o chiediamo in prestito Canadair, invece di averne di nostri. E inoltre gli annunciati ingressi nel corpo forestale non sono mai avvenuti e la convenzione con i vigili del fuoco è stata firmata appena una settimana fa”.

L’Antimafia regionale diretta da Claudio Fava, intanto, sta indagando sui possibili legami fra i roghi e il business del fotovoltaico: “Abbiamo in corso un dossier sul tema dei roghi, aperto già a maggio. Già all’inizio delle prime audizioni era chiaro che si stesse andando incontro all’emergenza, per i ritardi nelle attività di prevenzione e per i limiti nelle possibilità di intervento”, ammette però il deputato dei Cento Passi, la cui firma compare anche su un’interpellanza di Valentina Palmeri (Verdi) presentata agli assessori Cordaro e Scilla allo scopo di sospendere l’inizio della stagione venatoria, in programma dal 1° settembre: “Appare del tutto inaccettabile – scrivono quattro deputati, fra cui i M5s Trizzino e Siragusa – alla luce dell’emergenza ambientale determinata dagli incendi, nonché incoerente ed irragionevole rispetto alla dichiarazione dello stato di “crisi ed emergenza” deciso dalla giunta regionale proprio per affrontare la situazione determinata dai roghi devastanti di questi giorni”.

Nel frattempo, in quasi tutta la Sicilia, sono stati espressamente vietati i falò e i raduni di Ferragosto. A Palermo, fino alle 24 di Ferragosto, è vietato lo stazionamento all’interno del parco della Favorita e nella riserva orientata di Monte Pellegrino, dove non si potranno allestire picnic. Anche il governatore Nello Musumeci, l’altro giorno, ha chiesto a tutti “di evitare di accendere anche il barbecue, se ci si trova in campagna”. Un modo per evitare i contagi da Covid, ma soprattutto per tenere a bada le fiamme.